martedì 7 maggio 2019

Alla Ricerca Della Magia: Una Storia Di Gardaland --- CAPITOLO 3: La Luna

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CAPITOLO 3: La Luna

Aida voleva sapere cosa stava succedendo, quindi decise di partire per la Luna.
Raccolse le sue cose (una bacchetta magica, il foglietto con la lista ed una borraccia) e salutò Prezzemolo, che si era preso cura di lei. Il drago sarebbe rimasto nella sua casa albero perché attendeva visite, ma le diede un cercapersone per contattarlo in caso di bisogno.

Aida si diresse quindi alla stazione di Toy Town per prendere il Funny Express in direzione dello Spazioporto Mammut. Sarebbe stato un lungo viaggio per arrivare fino al Polo Nord.

Salì sul treno. Non c'era praticamente nessuno oltre a lei. Poco dopo la partenza si addormentò cullata dal moto del vagone.

- Luci gialle. Fuoco. Alberi. Buio. –

Si svegliò a terra. Aveva fatto di nuovo quel sogno…

Non ebbe tempo di pensarci troppo perchè sentì suonare una campanella: era l'ultima fermata, il Polo Nord.

Scese dal treno e si diresse verso l'edificio accanto alla stazione: lo Spazioporto Mammut. Da fuori era un edificio di metallo, grosso e grigio. Una specie di gigantesca lattina sdraiata. I razzi che partivano da qui avevano la forma di un treno, con la differenza che, ovviamente, potevano volare ad alta velocità.

Per farli partire era stato elaborato un particolare stratagemma: questi veicoli venivano posti su dei binari in salita, poi venivano accesi i motori e la salita-decollo veniva aiutata da una catena trainante molto potente. In pratica la spinta era data dai motori e dall’”effetto fionda” fornito dalla catena, mentre i binari permettevano di direzionare il lancio verso il cielo e lo spazio.
Razzi a forma di treno - da rollercoasterrevolution.eu

Aida entrò nello Spazioporto. Se il treno con cui era arrivata lì era quasi vuoto, lo Spazioporto era molto affollato.

La maga si fece strada verso il binario 15, diretto alla Luna. Ormai poca gente andava sul satellite e quindi a quella tratta era stato dedicato un veicolo piuttosto piccolo, giusto per una trentina di passeggeri. In ogni caso, quel giorno sarebbe bastata meno della metà dei posti in quanto l'unica viaggiatrice era proprio Aida.
Vista la situazione il pilota le proposte di fargli compagnia nella cabina di pilotaggio. Era un panda paffuto che sembrava simpatico. Aida accettò la proposta e prese posto accanto a lui.
Il panda Bambù - da nicolabianchini.it

Il panda si presentò: - Mi chiamo Bambù!
Anche Aida si presentò.
- Sai – riprese Bambù mentre accendeva i motori – Ho costruito io questo razzo. È una delle invenzioni di cui vado più fiero!
- Sei un ingegnere? – chiese Aida. Si stavano avvicinando alla rampa di lancio.
- Non proprio, mi piace di più definirmi un inventore. Invento cose come hobby, quando non sto guidando razzi. Ora tieniti forte!

3, 2, 1… DECOLLO!

Il razzo partì a forte velocità. Il cielo si avvicinava sempre di più e in poco tempo l'orizzonte da azzurro divenne sempre più scuro fino a diventare completamente nero punteggiato di stelle o chissà quali astri. Dritto davanti al razzo, la Luna, bellissima, si faceva sempre più vicina.

Dopo alcune ore atterrarono. Bambù informò Aida: - Ora devo tornare sulla Terra, tornerò fra 20 ore.
La maga non sapeva quanto si sarebbe trattenuta, ma ringraziò per l'informazione.

Aida uscì all'esterno, sulla Luna. Il Sole picchiava fortissimo. Si trovava nella capitale della Luna, Selene. I seleniti per strada erano pochi e frettolosi, tutti vestiti di arancione.
La maga si diresse verso una biblioteca, un edificio bianchissimo come tutti gli edifici della città. Entrò e chiese aiuto per trovare informazioni sul Pipedom, in particolare su dove si trovasse, pensando che dovunque fosse stato il Pipedom, lì avrebbe trovato Aurora.

Il bibliotecario era un tipo particolare. Senza capelli, aveva una benda su un occhio. Era magro, ma basso. Era vestito di arancione come era tipico tra i seleniti.

- Il Pipedom! – esclamò lui – È molto che non ne sento parlare. È un oggetto leggendario, per alcuni non esiste neanche! Si dice che permetta di fare viaggi nel tempo! Ammesso che esista, dovrebbe trovarsi nel monte Vertigo, oltre il Deserto dei Crateri. Spero che tu abbia un mezzo per arrivarci, perché a piedi sarebbero diversi giorni di cammino.

Aida non aveva un mezzo, ovviamente. Il bibliotecario si offrì di portarla lui stesso oltre il Deserto dei Crateri col suo fuoristrada, dopo l'orario di chiusura della biblioteca.
In alternativa, le disse, un gruppo di esploratori sarebbe partito da lì a poco per fare delle ricerche al monte Vertigo, magari Aida avrebbe potuto chiedere di unirsi a loro nel viaggio.

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