martedì 26 novembre 2019

Alla Ricerca Della Magia - Una Storia Di Gardaland --- CAPITOLO 18: Ritorno

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CAPITOLO 18: Ritorno

Forse stava girando in tondo da ore. Forse era sul punto di trovare la strada giusta. Più probabilmente si era perso del tutto.

T-Gey era stato svegliato dal terribile ruggito del Raptor e, pensando di non essere più un compagno gradito, si era addentrato nella foresta per far perdere le sue tracce. L'intento era di trovare la Time Voyager 2007 e fuggire con essa. Non era mai stato una tigre particolarmente leale.
T-Gey, foto di Gardaland Tribe

Ora cercava di trovare un punto di riferimento, ma quella foresta gli sembrava tutta uguale. Non riusciva più a trovare né la base militare né la navicella. Forse scappare in una direzione a caso non era stata una buona idea.
Arrivò in riva ad un lago molto ampio. Ricordava di averlo visto anche l'ultima volta in cui era stato in quella palude. Decise di percorrerne il perimetro, probabilmente ad un certo punto avrebbe trovato qualcosa per orientarsi.

Era ormai il tramonto quando sentì uno strano grido ripetuto per tre volte. Era come se qualcuno stesse urlando “perché“ o qualcosa del genere.

Procedette in direzione di quel grido sperando di ritrovare Prezzemolo o qualcuno dei suoi amici.



Si fece buio e questo gli permise di vedere una luce nella foresta. La seguì ed in poco tempo si ritrovò all'esterno della base militare.

Da fuori poté udire la voce di Aida dire: - Forse però vale la pena fare un tentativo. Se Elizer o Siberius riuscissero a costruire lo Scettro nessuno sarebbe al sicuro.
Ma chi era questo Elizer? Siberius era un nome che aveva già sentito… non potevano star parlando dello stregone criminale che aveva terrorizzato Camelot quasi trent'anni prima… o era proprio lui?
Prezzemolo non gli aveva raccontato molto, forse temendo la sua non affidabilissima lealtà.

Decise di entrare nella base militare. Trovò gli altri seduti a terra a formare una sorta di cerchio che discutevano un piano.

- Amici!
Tutti si voltarono di scatto verso di lui.
Il drago si alzò, andò verso di lui, lo abbracciò e chiese: - Ma dove eri finito?
T-Gey era contemporaneamente commosso ed imbarazzato per l'affetto che l'amico aveva per lui.
Con tono completamente diverso, come di biasimo, Pagui chiese a sua volta: - Già, dove eri finito? Stavi cercando di scappare da questi? – mostrando i pugni.
- Ero andato via perché pensavo di non essere più gradito. Ho deluso Prezzemolo e… quello che ho fatto a Pagui è una cosa di cui mi pento ancora oggi. Vorrei chiedere scusa a tutti voi.
Nel dirlo voltò lo sguardo verso il corpo di Mously, che era stato appoggiato a ridosso di una parete.
- Santo cielo! – esclamò – Che cosa è successo?

Gli vennero spiegati gli avvenimenti di quella giornata. T-Gey fu molto scosso da quei racconti, soprattutto dalla morte di Mously e dal rapimento della madre di Aida.
La faccenda doveva essere seria. Voleva aiutarli. Era arrivato il momento di smettere di tirarsi indietro.

Chiese di tornare a Rio Bravo, dove avrebbe nominato un vicesceriffo, e poi sarebbe andato con loro a Porto Tudor.



Tornato nel suo ufficio, T-Gey nominò sceriffo temporaneo un uomo di cui sentiva di potersi fidare, un certo Romano.
Non vi fu una grande cerimonia o altro. Venne annunciato in fretta dal palco per gli spettacoli della città.

Non c'era tempo: bisognava andare quanto prima al Porto Tudor.

[Ludpat Mike]

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domenica 24 novembre 2019

Alla Ricerca Della Magia - Una Storia Di Gardaland --- CAPITOLO 17: Chiamata

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CAPITOLO 17: Chiamata

Si ritrovarono alla base militare. Mancava solo Pagui. T-Gey era sparito. Forse si era ripreso dal pugno che aveva ricevuto e si era allontanato prima di prenderne un altro.

Prezzemolo arrivò poco dopo rispetto a tutti gli altri, portando con sé Mously. Il pipistrello era privo di sensi e di colore blu.

Il drago adagiò l'amico a terra. Respirava. Il suo cuore batteva, ma lentamente.

Arrivò anche Pagui. Vista la situazione riconobbe un caso di avvelenamento da Raptorya Genetia, una pianta che cresceva in quella palude. Pungersi con una sua spina significava introdurre nel proprio corpo un veleno potentissimo. Non ci sarebbe stato nulla da fare.

Mously riprese i sensi. Aprì gli occhi e guardò Prezzemolo: - Meglio stare a casa tranquilli che uscire a passare guai… ma con un amico… può valerne la pena… - disse con voce debole prima di richiudere gli occhi.
- Mously! – esclamò Prezzemolo – Ce la farai, vedrai!
- Non credo… ma è stata… una bella avventura… salva… Aurora… anche per me – sussurrò il pipistrello con le sue ultime forze.

Poi smise di parlare.
Smise di respirare.
Il suo cuore smise di battere.

Prezzemolo, con gli occhi pieni di lacrime, uscì all'esterno, mentre gli altri stavano in silenzio o piangevano.
Foto di base proveniente dal profilo Twitter di Aril's Chest, tagliata e modificata da Ludpat Mike

Era il tramonto. Il drago si sfogò gridando contro un interlocutore invisibile: - Perché? Perché? Perché?

Non era un momento facile. Aveva cercato di superare la sparizione di Aurora sperando di trovare il modo di farla tornare indietro, ma ora aveva perso anche il suo migliore amico…


Mentre piangeva in un angolo, Aida ricevette una chiamata sul cercapersone.
- Salve Aida!
- Chi parla? – quella voce non era nuova.
- Non mi riconosci? Sono Elizer!
- Vuoi rinchiudermi di nuovo in un libro? Non è il momento!
E chiuse la chiamata. Ma lo scienziato richiamò. La maghetta rispose.
- Che vuoi? Ti ho detto che non è il…
- Aida, abbiamo rapito tua madre. Portaci il Pipedom e l'Occhio di Qadesh e la libereremo. Se non lo farai le faremo del male.
Non poteva essere vero. Sua madre? In pericolo?
- Non ti credo! Fammi sentire la sua voce!
- Ti accontento subito…
Parlò una voce di donna: - Aiuto, Aida! Non so dove sono, non so cosa succede! Ti prego, fai come dice!
- Mamma!
Riprese Elizer: - Ora sai che non scherziamo. Vieni domani al Porto Tudor a mezzogiorno. Da sola.
E chiuse la chiamata.

Aida non sapeva che fare. Consegnare quegli oggetti ad Elizer o rischiare che facesse del male a sua madre? E magari lo scienziato era d'accordo con Lord Siberius, anzi lo era di sicuro. Altrimenti non avrebbe parlato dell'Occhio di Qadesh.
Dare via il Pipedom e l'Occhio sarebbe stato come sprecare il sacrificio di Mously e di Aurora. Ma sua madre…

Decise di parlarne con gli altri.

Dopo aver ascoltato con attenzione quale fosse il problema, Prezzemolo si fece avanti e disse: - Se mi avessi posto questo problema ieri avrei esitato sperando in una miracolo che riportasse in vita Aurora, magari proprio grazie allo Scettro dei Cinque Elementi.  Tuttavia ora che ho perso la mia fidanzata ed il mio amico per riaverli avrei bisogno di due miracoli e dell'acqua della Fonte della Giovinezza, che ora è distrutta.
Quindi piuttosto che affidarmi ad una vana speranza preferisco che salviamo tua madre, Aida.

Pagui ebbe un'altra idea: - E se invece noi fingessimo di consegnare gli oggetti ad Elizer, salvassimo la madre di Aida e cercassimo di ottenere l'acqua della Fonte della Giovinezza?

E Claudio: - Potrebbe essere una possibilità, ma ci servirebbe molta fortuna. Non sappiamo se davvero Elizer abbia l'acqua e se l'abbia con sé…

Aida prese la parola: - Forse però vale la pena fare un tentativo. Se Elizer o Siberius riuscissero a costruire lo Scettro nessuno sarebbe al sicuro.

[Ludpat Mike]

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sabato 23 novembre 2019

Alla Ricerca Della Magia - Una Storia Di Gardaland --- CAPITOLO 16: Il nido

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CAPITOLO 16: Il nido

Mentre il gruppo procedeva verso il nido del Raptor, Mously appoggiandosi ad una pianta si punse una mano con una spina. Si tolse la spina dalla mano e decise di non dare importanza alla cosa. Non lo disse nemmeno agli altri.

Giunsero nei pressi di un lago e Pagui annunciò: - Oltre il lago c'è il nido. Ma state molto attenti mentre camminate lungo la riva: ci sono dei pericolosi piranha!

Procedettero con cautela ed arrivarono oltre lo specchio d'acqua. Mously cominciò ad avere un giramento di testa, ma probabilmente il motivo era che non aveva fatto una colazione abbastanza abbondante.

Videro il nido, ma c'era un problema: c'era anche il Raptor, che, mentre dormiva, covava le sue uova.

- Organizziamoci! – propose Pagui – Io distrarrò la creatura mentre voi vi avvicinerete al nido e prenderete il guscio d'uovo. Fate attenzione ai piccoli e non fateli piangere altrimenti cercare di distrarre la madre non servirà a nulla. Ci ritroviamo alla base militare.

Furono tutti d'accordo e misero in atto il piano.

Il gabbiano si intrufolò nel nido senza far rumore. Legò una fune al collo della bestia come avrebbe fatto con un cavallo per montarlo e poi fece chiasso per farla svegliare.

Quando il Raptor aprì gli occhi, Aida riconobbe le “luci gialle" del suo incubo ricorrente. Ecco cosa la stava inseguendo quando era caduta nel giardino di Prezzemolo!
La creatura alata, foto di Parksmania

La creatura, svegliatasi, cominciò a dimenarsi avvertendo un peso fastidioso (cioè Pagui) sulla sua groppa. Prese il volo per cercare di liberarsi dell'ospite sgradito, sbattendo contro gli alberi e portandosi lontano dal nido.

Era il momento giusto. I rimanenti membri del gruppo si avvicinarono alle uova. Notando che Mously sembrava un po' spossato Aida gli suggerì di restare più lontano ed avvertire tutti se la madre fosse tornata al nido.

Le uova erano piuttosto grosse, come due palloni da basket uno sull'altro. Prezzemolo non voleva prendere un uovo ancora non schiuso, sarebbero bastati dei frammenti di guscio.
Si misero a cercarli, ma gli unici frammenti che c'erano erano raggruppati a formare una sorta di giaciglio per un piccolo Raptor.

Non avevano scelta, avrebbero dovuto correre il rischio di svegliarlo o tutto il viaggio sarebbe stato inutile. Prezzemolo e Claudio lo avrebbero sollevato con cautela e Aida avrebbe preso qualche pezzo di guscio.

Il piano fallì subito perché appena si avvicinarono quel cucciolo si svegliò. Per fortuna non si mise a piangere, ma invece guardò incuriosito i nuovi arrivati. In particolare sembrava che Prezzemolo gli fosse particolarmente simpatico perché trotterellò verso il drago con un atteggiamento giocoso.
Inizialmente spaventato, Prezzemolo si mise presto a giocare col piccolo, mentre gli altri, in fretta, raccolsero dei frammenti di uovo.
Nel giocare il cucciolo inciampò sulle sue ali (che in un Raptor crescono molto prima del resto del corpo) e si mise a piangere emettendo un verso fortissimo e molto fastidioso. Questo fece svegliare anche gli altri due cuccioli, che cominciarono a piangere a loro volta.

Pagui stava quasi domando mamma Raptor, quando questa sentì il pianto dei suoi piccoli. Trascurando qualsiasi altra cosa si diresse rapidamente verso il nido.

A Mously si stavano chiudendo gli occhi. Che strano, eppure aveva dormito bene la notte precedente. Intravvide la creatura avvicinarsi e decise di dare l'allarme, ma la sua voce era debole. Avrebbe voluto urlare, ma non ci riusciva. I suoi amici non lo avrebbero sentito.
Gli mancarono le forze e svenne.

Aida e Claudio con in mano i frammenti di uovo cominciarono a correre. Prezzemolo li seguì. Si allontanarono appena in tempo. In pochi secondi la madre era tornata al nido.

- Dov'è Mously? – chiese Prezzemolo senza fermarsi.
- L'ho lasciato vicino alla riva del lago – rispose Aida.
- Vado a prenderlo, voi tornate da T-Gey! – disse Prezzemolo.

Il drago si mise a cercare l'amico. Quando lo trovò, Mously aveva cambiato colore: era diventato blu. E inoltre era evidente che avesse perso i sensi.

Prezzemolo si caricò il pipistrello sulle spalle e corse a raggiungere gli altri.

Pagui aveva rinunciato a domare la creatura e, con un salto, smontò, aprì le ali e volò verso la base militare, dove sperava di ritrovare i suoi amici sani e salvi.

[Ludpat Mike]

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