sabato 21 dicembre 2019

Alla Ricerca Della Magia - Una Storia Di Gardaland --- CAPITOLO 19: Scambio (Parte 1)

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CAPITOLO 19: Scambio (Parte 1)

- Elizer sono qui come avevi detto. Sono al Porto Tudor.
- Bene, Aida. Sei da sola?
- Sì – mentì lei.
- Ottimo. Procedi verso la locanda “Il Covo" e poi gira a sinistra. C'è un piccolo molo a cui è attraccata una nave. Sali su quella nave. Ti aspetto sottocoperta. E ricordati di avere con te il Pipedom e l'Occhio di Qadesh. – poi chiuse la chiamata.

Era mezzogiorno. C’era poca gente in giro, quel porto era abbandonato da anni. Solo soggetti loschi bazzicavano in quelle zone.

Aida seguì le istruzioni e salì su un vecchio galeone. Aprì la porta per accedere alla parte sottocoperta.
Aveva la bacchetta magica in mano per rispondere ad un possibile agguato, ma non c'era anima viva. C'era solo un'altra porta davanti a lei, oltre la quale si poteva intravvedere uno studio con dei mobili consumati dal tempo e degli oggetti coperti da polvere e ragnatele.
Quella porta era chiusa.
...uno studio con dei mobili consumati dal tempo e degli oggetti coperti da polvere e ragnatele...

Sulla sinistra c'era una scala di legno stranamente ampia per essere su una nave. La ragazza cominciò a scendere lentamente i gradini, con una forte tensione.

Gli scalini la portavano giù, sempre più giù, in profondità. Il galeone da fuori non sembrava così grande. Stava scendendo più in basso. L'imbarcazione doveva essere una copertura per un edificio nascosto sotto la terra e sotto il livello del mare.

La luce del Sole non raggiungeva la parte più profonda della scala. Ad un certo punto Aida si trovò completamente al buio. Con la sua bacchetta magica cercò di generare della luce, ma per qualche motivo l’incantesimo non funzionava.
- Questo non rientrava nei piani… - pensò fra sé e sé – senza la mia magia come riuscirò a…

Ai lati della scala comparirono delle luci piccole e deboli. Erano in fila e formavano una sorta di strada. Era evidente che fosse da percorrere.

La scala finì col pavimento di un lungo corridoio, anche questo con un sentiero segnato dalle lucine.

Ad un certo punto le luci terminarono. Appena Aida raggiunse l'ultima di queste qualcosa mise in moto un meccanismo che fece avviare l'illuminazione di quell’ambiente. Ora si poteva capire che era una vecchia prigione riadattata per essere probabilmente un magazzino.

- Eccoti qua! – disse una voce facendo sobbalzare Aida.
- Elizer! Libera mia madre! – ordinò la maghetta dopo aver riconosciuto quel timbro.
- Una cosa per volta, una cosa per volta. Prima dammi quello che ti ho chiesto!
- Prima fammi vedere che mia madre sta bene!
- D'accordo…

Ora c'era meno buio e i due potevano vedersi a vicenda. Lo scienziato battè un piede a terra, aprì un libro che teneva in mano e ne uscì la madre di Aida, che piangeva ed implorava aiuto: - Aiuto, Aida! Non so dove sono, non so cosa succede! Ti prego, fai come dice!

Aida si precipitò verso la madre, ma prima che potesse raggiungerla Elizer richiuse il libro e la donna scomparve.

- Elizer, lascia che ti spieghi cosa sta succedendo…
- So già tutto, Aida. So che esiste uno Scettro dei Cinque Elementi che può fare magie inimmaginabili. Lord Siberius lo userà per riportare in vita la mia famiglia e tutte le vittime dell'epidemia. E così la mia missione sarà completa.
- Non devi fidarti di Lord Siberius. Vuole lo Scettro per avere il potere, ma è un mago malvagio. Non sai cosa potrebbe fare.
- Stai zitta e dammi quelle cose subito!
- Elizer…
- Zitta!

Lentamente Aida prese fuori da una borsa che aveva con sé il Pipedom. Era molto tesa.

- Ora mettilo a terra! – ordinò l'altro tenendosi a distanza.

La maghetta obbedì. Poi con maggiore titubanza la maghetta estrasse dalla borsa l'Occhio di Qadesh, accuratamente avvolto in un panno.
Lo appoggiò lentamente a terra.

- Ora allontanati! – disse Elizer mentre si avvicinava agli oggetti.
Li aveva quasi raggiunti, quando un essere rosso e rotondo, arrivato a tutta velocità, li sottrasse. Era il robottino che aveva riparato Claudio.

Lo scienziato era furioso: - Ti avevo detto di venire da sola!
Aprì il libro e disse: - Maga Aid… - ma un forte pugno gli impedì di finire la parola.
Era stato Pagui. Con la sua forza riuscì a sottrarre il volume. Lo aprì, ma da questo non uscì proprio nessuno.
Lo scienziato aveva mentito.

[Ludpat Mike]

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