CAPITOLO 13: Rio Bravo
- Ha bisogno di aiuto per qualcosa? – chiese Elizer il bibliotecario allo sconosciuto.
Nella sua biblioteca era entrata una persona incappucciata con un mantello nero. Non si riusciva a scorgere il suo volto, ma solo le mani, grandi, nodose e con lunghe unghie. Aveva un atteggiamento sicuro.
- No, grazie, sto solo facendo delle ricerche.
Elizer notò che l'uomo stava cercando su un libro informazioni sugli antichi maghi seleniti. Che stesse cercando il Pipedom anche lui?
Gli chiese: - Per curiosità, su cosa sta facendo ricerche?
Rispose l'altro: - Un oggetto antico che potrebbe trovarsi qui sulla Luna…
- Per caso parla del Pipedom?
Lo sconosciuto impiegò alcuni secondi per rispondere.
- Signor bibliotecario, penso che lei faccia troppe domande… - disse quello con un tono calmo, ma irritato.
- Certo, certo. Mi scusi, signor…?
- Sta chiedendo il mio nome?
- Sì, come cortesia. Preferisco sapere il nome del mio interlocutore. Il mio nome è Elizer.
- Il mio nome è Valerius – rispose l'altro con indifferenza .
- È stato un piacere conoscerla. La lascio alla sua ricerca, Valerius
- Gliene sarei grato.
Elizer si allontanò. Tornò al suo bancone, aprì un cassetto e ne estrasse un altro libro incantato, il secondo dei tre che possedeva. Pronunciò il nome dello sconosciuto per rinchiuderlo nel tomo.
Ma qualcosa non funzionava. Non era successo nulla. Il bibliotecario riprovò a pronunciare quel nome, più di una volta, ma non aveva successo.
Ad un certo punto si sentì soffocare. Era come se ci fosse una mano invisibile che gli stava stringendo il collo. Quella mano invisibile lo sollevò da terra e lo sbattè contro una libreria, che cadde per l'impatto. Non si sentiva più strangolare, ma per l'urto si era probabilmente rotto qualcosa.
- È un po' deluso, Elizer, non è vero?
Lo sconosciuto si avvicinò con calma al bibliotecario, che lo fissava atterrito.
- Forse un non mago come lei non dovrebbe giocare con la magia.
Fece una pausa, portò il suo volto (ancora nascosto) a pochi centimetri da quello dell'altro e poi riprese: – Prima mi ha chiesto se avessi bisogno di aiuto. Pensavo che non mi sarebbe stato utile a nulla, ma devo essermi sbagliato. Probabilmente lei sa davvero qualcosa su ciò che cerco: il Pipedom.
…
- Ma quanto manca? Non ne posso più di volare! Voglio mettere i piedi a terra, io!
Mously si stava lamentando. Il viaggio dall'Egitto alla palude del Raptor si stava rivelando piuttosto lungo.
- Questa nave non va più veloce di così. E siamo anche a corto di carburante. Ma dovremmo essere quasi arrivati – commentò Claudio.
Prezzemolo chiese: - Che carburante serve?
- Biocarburante di tipo alfa. Ma secondo quello che dice il navigatore dovrebbe esserci una stazione di rifornimento qui vicino.
Stavano sorvolando sulla cittadina di Rio Bravo. Atterrarono vicino ad un mulino ad acqua che ospitava la stazione di rifornimento.
La città era piccola, composta da una singola strada su cui si affacciavano tutti gli edifici, come il saloon e l'ufficio dello sceriffo. La gente del luogo guardava con sospetto i nuovi arrivati.
Ad un certo punto si sentì come un forte ruggito.
Gli abitanti si spaventarono e si rifugiarono tutti nel luogo chiuso che avevano più vicino, gridando qualcosa che suonava come “Il Raptor!”. Prezzemolo, Aida, Mously e Claudio li imitarono.
Seguì un altro ruggito, più vicino. E poi una gigantesca creatura alata passò in volo sulla città, sfiorando quasi gli edifici e facendo tremare tutto al suo passaggio.
Un bambino del luogo disse ad Aida: - Quello è il Raptor. Non è sicuro uscire quando vola sulla città. Mamma dice che se ti vede o ti sente poi ti mangia!
La bestia si allontanò. Tutti uscirono dai loro ripari e ripresero le loro attività.
Claudio venne fermato da una ragazza locale: - Hey, straniero con la faccia verde! Cosa ti porta in questo posto dimenticato dal mondo?
- Niente di che. Dovevamo solo fare rifornimento per la nostra nave volante.
La ragazza guardò la Time Voyager 2007 che il maghetto le stava indicando.
- Sembra piuttosto vecchia… - disse lei.
- Non è recentissima, ma speriamo ci porti alla palude del Raptor in sicurezza.
La ragazza si fece stupita ed allarmata: - Mi prendi in giro? È pericolosissimo andare là. Che io sappia solo il nostro sceriffo è riuscito a tornarne vivo.
Prezzemolo, che aveva sentito tutto, chiese alla ragazza di portarli dallo sceriffo. Probabilmente avrebbe saputo aiutarli.
La ragazza portò il gruppo all'ufficio dello Sceriffo.
Quando vi entrò, Prezzemolo esclamò sorpreso: - Per Giove! Sei proprio tu!
[Ludpat Mike]
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