martedì 9 giugno 2020

Alla Ricerca Della Magia - Una Storia Di Gardaland --- CAPITOLO 29: Zio/Camelot

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CAPITOLO 29: Zio/Camelot

Lord Siberius per quanto facesse magie con o senza lo Scettro non riusciva in alcun modo a trovare il Re di Lomur. O era morto – ma sarebbe stato strano che non riuscisse a trovarlo comunque – o era nascosto da qualcosa di magico. Ma anche questa seconda possibilità non lo convinceva. Davvero lo Scettro dei Cinque Elementi non era onnipotente? Davvero qualcosa era in grado di bloccarne la magia?

Un servitore lo chiamò attraverso un apposito specchio incantato e gli comunicò che parte dei nuovi appartamenti reali erano ormai abitabili. 

Questa era una notizia che rallegrò di poco il Re Indiscusso. Ma era meglio di niente. Si preparò per andare a vivere dove prima c'era il castello del suo nemico.
Prese lo Scettro, ma, prima che potesse pronunciare un qualsiasi incantesimo, l'oggetto si illuminò, questa volta di giallo. Che cosa poteva significare?



A bordo della Globosfera Bambù ai posti di comando, Pagui a dare indicazioni e gli altri cinque nei posti dei passeggeri lasciarono il Regno di Atlantide e risalirono in superficie. 

Tornarono al porto da cui erano partiti. Qui Pagui volle scendere un attimo: aveva visto un volto noto passeggiare sulla spiaggia. 

Si avvicinò a quello che sembrava un capitano. Era un personaggio pennuto, in carne e con una benda sull'occhio sinistro. 

- Zio! – chiamò il gabbiano. 
- Pagui? Sei proprio tu? 

I due si riconobbero e si abbracciarono.
Lo zio chiese cosa ci facesse lì il nipote e cosa avesse fatto in tanti anni in cui non si erano visti. Pagui non si era fatto sentire quasi per nulla da quando era partito per Rio Bravo con T-Gey.

Pagui non aveva tempo di raccontargli tutto, ma consegnò al capitano un diario spiegando: - Qui ho raccolto i miei ricordi di tutti questi anni. Tienilo tu. Se va tutto bene quando tutto sarà finito ne parleremo e ne rideremo insieme. Come una volta… Mi sei mancato, zio!
- Anche tu mi sei mancato, Pagui! Ma vuoi spiegarmi almeno che sta succedendo?
- È tutto scritto nel diario. Comunque stiamo salvando il mondo.
- Sempre in cerca di avventure, eh?
- Già. Dobbiamo riportare la magia nel mondo di Gardaland. 
- E perché, scusa? Mica sei un mago, tu. Forse stiamo meglio senza magia…
- Ma zio, la magia c'è ancora! Ma è nelle mani di un solo stregone malvagio.
- Ah… mah, sono troppo vecchio per seguire tutte queste cose… ma se è importante per te, beh… immagino che ne valga la pena.
- Già. 
- All’arrembaggio, Pagui! – disse come se fosse una formula di saluto, agitando un pugno in aria. 
- All’arrembaggio, zio!
I due si abbracciarono di nuovo e poi si congedarono. 



La tappa successiva era la città di Camelot per cercare la gemma di Aìra. In realtà la vera meta era la Foresta Antica, lì vicino. 

Quando arrivarono trovarono la città popolata da grandi salamandre che sputavano fuoco. Gli abitanti erano ben nascosti in piccole fortezze e guardavano con preoccupazione i nuovi arrivati, forse temendo per la loro incolumità. 

Aurora notò a terra un cappello a punta che le sembrava di riconoscere. Quando le venne in mente chi poteva esserne il possessore si mise le mani nei capelli per lo sgomento.

La porta di una fortezza si aprì e qualcuno chiamò gli stranieri a nascondersi dalle salamandre. Il gruppo non se lo fece ripetere due volte.

Numerosi cittadini erano stipati nella fortezza. Aurora chiese ad un uomo cosa fosse successo. 
Quello rispose che dopo che il Mago Merlino aveva perso i poteri le salamandre avevano invaso la città dal momento che era venuto meno l’incantesimo che le teneva lontane. Il Mago aveva cercato di fermarle comunque, ma non era riuscito a sopravvivere. 
Aurora, sconvolta per la notizia, mormorò le parole “Maestro Merlino”. Poi si riprese e chiese a Morgana di occuparsi dei mostri. La strega, controvoglia, capì che era la cosa giusta da fare. 

Morgana uscì dalla fortezza ed usò i suoi poteri. Prima fece fluttuare tutte le salamandre e le scaraventò lontano. Poi creò una barriera invisibile che proteggesse Camelot da quelle creature. 

Visto quello che era successo gli abitanti si riversarono in strada a festeggiare e pregarono la strega di rimanere, invito che venne seccamente rifiutato. Aurora e Bambù, che erano più pazienti, spiegarono ai cittadini perché non potevano fermarsi.

Un fabbro, come ebbe sentito che erano alla ricerca della Gemma di Aìra, offrì loro in dono un paio di scarpe di ferro a testa. Sapeva che di tanto in tanto, almeno una volta l’anno, un abitante della foresta veniva a chiedere specificamente un paio di calzature molto pesanti e uno di loro gli aveva confidato che era proprio per gli effetti avversi dei poteri della Gemma.

Il gruppo, confuso, accettò il regalo (solo due paia di scarpe – erano pesanti!) e si mise in cammino per raggiungere la Foresta Antica. I sette si chiedevano come fosse possibile che il custode del Potere dell'Aria cambiasse così frequentemente?

Bambù aveva una mappa poco chiara. Seguendone le indicazioni sarebbero dovuti arrivare ad una specie di grotta, ma vedevano solo alberi.

Morgana notò una grande arcata di pietra e la indicò agli amici che non capivano. Nessuno degli altri vedeva un'arcata.
La strega era irritata perché gli altri sembravano non crederle. Prese con forza la mano di T-Gey e lo portò al portale facendoglielo toccare. La tigre confermò: non poteva vederla, ma c'era effettivamente una struttura di pietra.

Gli amici decisero allora di attraversare quell'arcata.


[Ludpat Mike] 

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