martedì 28 aprile 2020

Alla Ricerca Della Magia - Una Storia Di Gardaland --- CAPITOLO 27: Quattro facce

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CAPITOLO 27: Quattro facce

Morgana, Aida, Bambù, T-Gey e Pagui uscirono dal tempio e tornarono alla tenda.

Come li vide Claudio chiese se stessero bene e avessero recuperato il Potere del Fuoco. Morgana rispose che avrebbe dovuto provare a fare un incantesimo e Aida le suggerì di farlo fuori e lontano da tutti dal momento che aveva assistito alla forza distruttiva di quel potere.

Così la strega andò in un punto dell’oasi abbastanza distante e fece la magia che più le mancava: volle creare un cespuglio di rose.
Si concentrò, pronunciò una formula magica e sentì un calore, un'energia attraversare le sue mani. E davanti a lei crebbe un coloratissimo roseto. Mormorò soddisfatta: - La strega è tornata! – e continuò a far nascere piante mentre si incamminava nuovamente verso la sua tenda.



Quasi sessantamila abitanti del regno di Lomur avevano già accettato di servire Lord Siberius per terrore di possibili conseguenze in caso contrario. Il vecchio re di quelle terre – padre di Aurora - era scomparso, ma lo stregone aveva messo una taglia sulla sua testa. Il suo castello era stato raso al suolo e al suo posto sarebbe sorto il nuovo palazzo del re indiscusso.

Ma Siberius non era soddisfatto e non si dava pace. Voleva il re di Lomur più di ogni altra cosa ed il fatto che gli fosse sfuggito lo faceva imbestialire.

La paura che incuteva gli procurava alleati, ma spesso poco efficienti come quei balordi che non erano riusciti a catturare i suoi nemici a Porto Tudor. Quasi rimpiangeva la cieca fedeltà e la forza di Capitan Mekkano e l'intelligenza (seppur oscurata da emozioni ed impulsività) di Elizer.

Mentre rimuginava su questi problemi nel suo antro vide lo Scettro dei Cinque Elementi brillare spontaneamente per un attimo, di una luce rossa. Non aveva mai fatto così prima d'ora. Siberius non capiva, ma avendo già altre questioni per la testa e non sapendo su cosa indagare decise di lasciar perdere.



I sette amici decisero di cominciare a cercare l'oggetto che dava il Potere dell'Acqua, la Roccia di Aùkka.
Bambù spiegò che, secondo le leggende, quella roccia si trovava custodita in un santuario nella capitale del regno di Atlantide.

T-Gey era scettico: - Lo sanno tutti che Atlantide è una stupidaggine per vendere gite in barca, non esiste! È solo una leggenda!
Bambù gli fece notare: - Anche la storia della Stella dei Desideri è una leggenda, eppure la Pietra di Ocouf esiste. Non penso che possiamo escludere le leggende.
- E allora come ci arriviamo ad Atlantide? – chiese la tigre non ancora convinta.
Claudio propose: - Potrebbe cercarla Morgana con la magia!
Pagui li interruppe: - Non serve, ho una vaga idea di dove sia.

T-Gey, Aurora e Bambù, che conoscevano il gabbiano da più tempo e lo ricordavano particolarmente imbranato e pasticcione erano stupiti… e scettici.

Resosi conto dei dubbi degli amici, Pagui spiegò: - Dovreste ricordare che nonostante sia sempre stato maldestro io ero un marinaio. Ricordo che una volta stavo andando a pestare con la mia marca… 
Chiese Aurora: - Intendi “pescare con la mia barca"?
- Uh… sì, pescare con la barca. Dicevo, stavo pescando quando ad un certo punto la barca è stata presa da un mulinello che mi ha portato in un mondo sommerso. Ricordo che era vicino ad uno scoglio a forma di quattro rocce.
Gli altri si sentivano confusi.
Claudio chiese: - E come facciamo a riconoscere uno scoglio a forma di quattro rocce?
Pagui si scusò: - Scusate, intendevo quattro facce. Quattro grosse maschere.
Aida voleva capire meglio: - E quindi dove dobbiamo andare? 
- Sulla costa di Tanaboo.



Tornare a Tanaboo, la regione dove si trova Toy Town, significava, per Aida e Claudio, tornare relativamente vicino a casa. Sarebbe stato bello poter rassicurare le loro famiglie che non sapevano praticamente nulla di loro da giorni, ma non c'era tempo. E la costa distava più di un'ora dalla città. 

Il gruppo, a bordo della Globosfera, si teletrasportò al laboratorio di Bambù. In quel momento sua moglie Izumi stava spolverando qualche macchinario mentre il piccolo Loto curiosava tra gli attrezzi del padre.

L'inventore gridò senza scendere dal mezzo: - Tesoro, quante volte ti ho detto di non toccare niente qui? E Loto, quante volte ti ho detto di non giocare con le cose di papà? 

La moglie fece spallucce e richiamò il figlio con poca convinzione. 

Mentre la Globosfera ripartiva, Aurora rimproverò Bambù: - Non mi avevi detto di avere un figlio! 
Quello rispose: - È perché non ci siamo mai visti negli ultimi anni. Si chiama Loto, è molto sveglio. 
La maga sospirò: - Io e Prezzemolo non ci abbiamo mai pensato, ad avere un bambino. E ormai… - non finì la frase è si rabbuiò in volto. 
Nessuno parlò per il resto del viaggio. 

...

Arrivarono al porto dove Pagui era solito salpare quando tempo addietro aiutava o sostituiva suo zio, un capitano e pescatore. Il gabbiano propose di prendere in prestito una barca, ma Bambù gli ricordò che la Globosfera poteva adattarsi per la navigazione.

Seguirono le indicazioni dell'ex marinaio. Andarono al largo, verso Est, fino a trovare un’isoletta con un castello in rovina vicino alla spiaggia. Pagui riconobbe quel luogo e disse al panda di circumnavigare l'isola. Sulla costa opposta la sabbia lasciava posto ad un'alta scogliera. 
Tutti videro le quattro “maschere" di cui aveva parlato l'amico. 
Si avvicinarono con cautela e ben presto vennero risucchiati da un fortissimo mulinello che li trascinò sott'acqua. 
Quattro "maschere" - foto di Fanparks 

La corrente adagiò la Globosfera sul fondale. Davanti al gruppo si ergeva una scogliera sottomarina interrotta solo da un arco formato dalle code intrecciate di due grandi serpenti marini scolpiti in una pietra verde. Era la Porta del Regno di Atlantide. 

In questo regno convivevano in armonia sirene e tritoni (con busto umano e coda di pesce al posto delle gambe) ed oànnes (con corpo umanoide, ma testa di pesce e piedi palmati). Entrambe le popolazioni avevano un’ulteriore particolarità: un sirenide o un oànnes si sarebbe trasformato in un essere completamente umano nel momento in cui avesse toccato della terra asciutta. Sarebbe ritornato pisciforme quando fosse tornato a contatto con dell'acqua.

A guardia della Porta vi erano due oànnes armati di spada. Appena videro gli stranieri sulla Globosfera li fecero fermare e li condussero in una caverna scavata nella scogliera. 
Quando furono entrati una porta ermetica si chiuse alle loro spalle ed un sistema di pompe fece uscire tutta l'acqua dalla grotta.

Le guardie, ora in forma umana, fecero cenno di scendere per capire quali fossero le intenzioni di quello strano gruppo. 
Bambù pensò di non stare a girarci troppo attorno e spiegò chiaramente che stavano cercando la Roccia di Aùkka.
Gli oànnes si consultarono fra loro e decisero che la cosa giusta da fare sarebbe stata condurre gli stranieri dal re.

[Ludpat Mike] 

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