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CAPITOLO 26: Trappole
Morgana si mise in testa al gruppo: - State attenti! Sono passati alcuni anni da quando sono stata qui l'ultima volta, ma mi pare di ricordare che ci fossero delle trappole…
Chiese T-Gey: - E non le hai disinnescate allora?
- Sì, stolto felino. Ma questo posto è magico e ha leggi tutte sue… - rispose la strega stizzita.
Pagui tentò di fare da paciere: - Ragazzi, non litigate. State attenti al mattone.
Morgana ancora più spazientita lo rimbeccò: - Volevi dire “missione"? Ma impara a parlare, papero!
- Ma stavolta intendevo davvero dire “mattone”! Guardate!
In effetti c'era un mattone che sembrava sporgere più degli altri. Sporse sempre più finché non cadde. Ma anche altri mattoni stavano facendo la stessa cosa portando ad un progressivo sfaldamento delle mura.
- Correte! – gridò Morgana – O le pareti vi crolleranno addosso!
Il corridoio che stavano percorrendo si faceva via via più stretto e questo rendeva sempre più difficile evitare i mattoni in caduta. E infatti T-Gey venne colpito alla testa e svenne.
Pagui tornò indietro e si caricò l’amico sulle spalle per portarlo in salvo. Gli altri avevano già superato la zona di pericolo e vennero raggiunti presto da Pagui e T-Gey.
Per fortuna nessun altro era rimasto ferito.
Morgana propose di lasciare indietro T-Gey. Ma la tigre si riprese in fretta e, nonostante le proteste della strega, fu subito pronto a rimettersi in cammino.
Il gruppo procedette fino ad arrivare in una grande camera con un immenso tesoro. Vi erano tantissime monete, gioielli splendidi e pietre preziose lucenti. Sul lato opposto di quella stanza c'era la porta per uscirne.
Si sentì un rumore metallico. Tutti si voltarono verso la sorgente di quel suono e videro che altri non era che l'avido T-Gey che aveva cominciato a raccogliere un po' di quell’oro.
Sentirono un altro rumore: la porta di uscita era stata chiusa. E anche l'entrata era stata sigillata.
Morgana ordinò: - Felino, lascia subito quel tesoro! È maledetto! E voialtri state attenti, credo che stia per succedere qualcosa…
Infatti la terra tremò. Il gruppo venne investito da una pioggia di monete. Questo perché sotto quel tesoro vi era un cobra gigantesco e molto minaccioso che era riemerso dai gioielli con un balzo.
Gli amici si separarono mentre il serpente cercava di attaccarli coi suoi enormi denti.
Bambù notò che in realtà quello non era un animale vero, ma una macchina. Pensò che dovesse esserci un modo per spegnere o bloccare quel mostro. Scorse una sorta di pulsante rosso sotto al mento del cobra e sperò di aver trovato la soluzione. Lo gridò a Pagui che gli era vicino.
Il gabbiano volò fino al serpente proprio mentre stava per attaccare T-Gey e premette quel bottone.
Per fortuna lo scienziato non si sbagliava e la macchina si spense. Si riaprirono le porte di entrata ed uscita.
Morgana si voltò verso T-Gey con aria inferocita: - Ma allora sei proprio stupido! Tieni per te quelle zampacce!
La tigre non sapeva come ribattere, quindi tacque.
Il gruppo finalmente arrivò alla camera dove era custodita la Pietra di Ocouf. La strega chiese agli altri di stare indietro, fuori dalla stanza.
La Pietra era un grosso cubo rossiccio.
Morgana vi si avvicinò e toccò l'oggetto magico con entrambe le mani. Dei fasci di luce furono emanati dai punti di contatto tra le mani e la Pietra. La donna venne percorsa da una potente scossa di energia che la fece tremare per alcuni secondi.
Poi la luce svanì e la strega si accasciò a terra priva di sensi.
Impulsivamente Aida corse verso Morgana per assicurarsi che fosse ancora viva. Per fortuna respirava ancora. La maghetta fece un cenno agli altri perché si avvicinassero per aiutarla a portare l'amica fuori da lì.
La strega aprì gli occhi. Ma non erano come al solito, avevano il colore delle fiamme. E da questi venivano emanati dei raggi distruttivi.
La porta di entrata si chiuse e la stanza cominciò a riempirsi di acqua proveniente dal soffitto. Intanto Morgana era completamente preda di un raptus omicida.
Bambù corse verso la porta sperando di riuscire a farla aprire, ma si accorse che lui poteva passarvi attraverso. Informò gli amici che stavano cercando di sfuggire come potevano da quei raggi mortali.
Tutti uscirono da lì tranne Morgana, ancora impazzita. Notarono che l'acqua non oltrepassava la porta.
Aida si preoccupò: - Il livello dell'acqua sta salendo! Mentre uscivamo mi arrivava alle ginocchia. E se Morgana affogasse?
T-Gey commentò piccato: - Immagino che sappia nuotare, la Miss sotuttoio…
Ma Bambù spiegò: - Il portatore del Potere del Fuoco perde del tutto la capacità di nuotare…
- Allora è in pericolo! Dobbiamo fare qualcosa! – disse la maghetta – Pagui, pensi di riuscire a trasportare in volo me e Morgana?
- Certamente – confermò lui.
- Allora andiamo!
Aida e Pagui rientrarono nella stanza, che era ormai sommersa per più di metà dell'altezza. Morgana stava affogando. Aveva perso i sensi.
Raggiunsero la strega, Pagui tenendosi in volo per non bagnarsi le piume (e riuscire a continuare a volare) e Aida nuotando. La maghetta riuscì a portare Morgana in superficie. Il gabbiano si avvicinò allungando una sua zampa così che Aida potesse aggrapparvisi. Poi portò le due donne fino alla porta della stanza, riuscendo ad attraversarla mentre il livello dell'acqua stava per raggiungere il soffitto.
Erano in salvo.
Morgana era ancora svenuta. Bambù controllò che respirasse, ma lei non respirava.
Allora intervenne Pagui, secondo le istruzioni del panda, con respirazione bocca a bocca e massaggio cardiaco. Alla fine la strega riprese a respirare e riprese conoscenza. Vedendo Pagui chino su di lei si ritrasse con sdegno. Poi con riluttanza lo ringraziò: - Grazie, Pagui…
[Ludpat Mike]
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