domenica 22 dicembre 2019

Alla Ricerca Della Magia - Una Storia Di Gardaland --- CAPITOLO 22: Re indiscusso

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CAPITOLO 22: Re indiscusso

- Allora? A che punto è la costruzione dello Scettro – chiese Lord Siberius con calma, ma tradendo una certa impazienza.
- Ancora qualche minuto – rispose uno gnomo – manca poco…
Passarono solo pochi secondi e la fabbrica venne invasa da una luce fortissima.
- Ora è pronto! – annunciò un altro gnomo.
- Finalmente! – commentò lo stregone soddisfatto.
Lo Scettro dei Cinque Elementi

Gli gnomi portarono lo Scettro. Aveva il manico viola ed era sormontato da una struttura dalla forma simile ad una clessidra, formata da quattro cordoni dorati. Le parti finali dei cordoni descrivevano una sorta di gabbia che conteneva una sfera trasparente.

Lasciati gli gnomi, Lord Siberius uscì dalla fabbrica. Come ne fu fuori desiderò che nessun essere vivente potesse mai più trovarla. La sfera nello Scettro si illuminò di una luce verde.
La Sequoia sparì. Senza lasciare alcuna traccia.

Tornò al suo antro. Lì espresse il suo secondo desiderio, un desiderio che potesse sovvertire le leggi della magia: volle essere l'unico a poterla usare e a poter fare incantesimi. Non ci sarebbero più stati i maghi o le streghe o le fate. O meglio, non avrebbero più avuto alcun potere.
Questo avrebbe permesso a Lord Siberius di diventare il re indiscusso del Mondo di Gardaland.


Aida era turbata. Claudio le aveva appena confessato di provare qualcosa per lei. E lei non riusciva a capire come questo la faceva sentire. Quindi taceva e guardava i suoi piedi dondolanti.

Per un momento entrambi ebbero come uno strano senso di vertigine, ma pensarono fosse colpa dell'emozione.

Il maghetto interpretò come ostile quell'atteggiamento e sbottò: - Lo sapevo che non era questo il momento! Accidenti a Pagui…
Ma la ragazza lo rassicurò: - No, hai fatto bene a dirmelo. È solo che…

In quel momento una voce tuonò nelle loro teste: - Salve abitanti del Mondo di Gardaland! Forse non mi conoscete, ma saprete presto chi sono!

Davanti ai loro occhi, come fosse un'allucinazione, videro Lord Siberius.

- Sono Lord Siberius e mi autoproclamo re del Mondo di Gardaland. Farete bene ad obbedire ai miei ordini dal momento che ora io sono lo stregone più potente del mondo.
O forse dovrei dire… l'unico.

I maghetti erano spaventati, ma soprattutto confusi. La spiegazione non tardò ad arrivare.

- Perché l'unico? Perché ora non ci sono più maghi o streghe all'infuori di me.
Ho eliminato la magia da tutti coloro che la avevano.
Ed ora procederò a darvi il mio primo ordine: costruirete il mio palazzo nella regione di Lomur.
Chi si opporrà a me non farà una bella fine!

- Oh, no! – commentò Aida dopo la fine della visione – Ora è davvero la fine!


Al Polo Nord, nel suo laboratorio, il panda inventore Bambù aveva avuto la stessa visione di ogni altro abitante del Mondo di Gardaland.

Con una macchina Estrai-Ricordi poté assistere di nuovo al discorso di Lord Siberius. Pesò bene ogni parola.
Aveva detto di aver eliminato la magia dai maghi, ma non la magia del tutto.

Andò nella sua fornita biblioteca e cercò qualsiasi informazione utile. Pur non essendo un mago egli stesso, aveva diversi libri sulla magia e sulla sua storia.
Rimase sveglio tutta la notte leggendo nozioni ed aneddoti.

Quando fu mattina il sonno ebbe la meglio su di lui.


Fece un sogno… si trovava al centro di un cerchio con strani simboli ed attorno a lui giravano quattro oggetti… quattro oggetti… quattro oggetti… quattro oggetti…


Si svegliò quando suonò il campanello di casa.
Aprì. Era sua moglie, Izumi, con il figlio, Loto. Sarebbero dovuti essere in vacanza nella casa al lago dei nonni, ma erano tornati prima del previsto.

Izumi era disperata: - Bambù, hai visto quella cosa, quell'uomo? È terribile! Ho paura! Sono tornata appena ho potuto e ho riportato anche Loto.
Il piccolo era scosso e confuso.
Bambù si piegò per mettersi all'altezza degli occhi del cucciolo. Lo abbracciò e disse: - È un momento difficile e siamo tutti in pericolo... Ma forse ho trovato una soluzione…


In Egitto, la strega Morgana, dopo lo sgomento iniziale, si sentiva parzialmente sollevata da quello che aveva sentito. Se davvero la magia era sparita del tutto da lei allora forse anche gli effetti avversi del Potere del Fuoco sarebbero scomparsi. Non sarebbe diventata del tutto malvagia dopotutto…

Vagò per un po' nella sua oasi cercando di decidere cosa fare nel resto della sua vita. Non aveva più importanza stare a guardia della Pietra di Ocouf ora che nessuno ne avrebbe potuto usare il potere.
Si sentiva libera. Certo, il modo in cui era stata liberata non era proprio il migliore, ma almeno era libera.

Mentre camminava, sempre seguita dal suo scorpione gigante preferito, scorse dietro un albero un piccolo cubo viola lucente. La strega si chinò a raccoglierlo. Lo guardò con attenzione. Ricordava che Capitan Mekkano lo aveva estratto per fare qualcosa ed aveva cominciato a pronunciare il suo nome.
Che quello fosse il Cubo Smaterializzante? E, ammesso che lo fosse, funzionava ancora?

Volle fare un tentativo. Si schiarì la voce e scandì: - Principessa Aurora!

FINE DELLA SECONDA STAGIONE

[Ludpat Mike]

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sabato 21 dicembre 2019

Alla Ricerca Della Magia - Una Storia Di Gardaland --- CAPITOLO 21: La Sequoia del MagiGiro (Sequoia Magic Loop)/Confessione

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CAPITOLO 21: La Sequoia del MagiGiro (Sequoia Magic Loop)/Confessione


Era il tramonto. Lord Siberius era arrivato alla Sequoia del MagiGiro, un enorme albero in mezzo alla foresta che aveva una sorta di macchia viola sul suo tronco. La macchia viola permetteva di distinguerla dalle altre sequoie.

Lo stregone bussò tre volte.

Rispose una voce molto profonda dall'interno dell'albero: - Parola d'ordine?
Lord Siberius scandì: - Luce Oltre Orizzonte Peregrina.

Detto questo nel tronco si aprì un ampio portale, un tunnel scavato nel legno.
Lo stregone entrò. Gli venne incontro uno gnomo guardiano che lo guidò fino alla fabbrica e poi gli chiese cosa gli servisse.
La Sequoia del MagiGiro

- Ho questi oggetti… - disse estraendo l'Occhio di Qadesh, frammenti di guscio d'uovo di Raptor, l'acqua della Fonte della Giovinezza, il Pipedom ed una squama di drago (che aveva strappato a Prezzemolo poco prima di ucciderlo).
Lo gnomo guardò bene tutti quei materiali, poi rispose serio: - Lo Scettro, vero?
- Sì, lo Scettro dei Cinque Elementi.
- Sa che è estremamente…
- Lo voglio e basta! – affermò lo stregone con risolutezza.
- Come vuole. Ci vorrà più o meno un'ora.


Aida, Pagui e T-Gey erano ancora nelle prigioni sotterranee, sconvolti dalla morte di Prezzemolo.
Pagui si caricò il drago sulle spalle. T-Gey lo aiutò a trasportarlo. Tutti risalirono le scale.
Quando furono in cima scoprirono che la porta di uscita era ancora chiusa ermeticamente.
Chiesero l'aiuto di Claudio, che portò lì dei candelotti di dinamite che aveva trovato sulla Time Voyager 2007. Fece esplodere la porta e liberò i suoi amici. In fin dei conti l'attrezzatura “indispensabile” di T-Gey era servita davvero a qualcosa!

Aida si avventò sul maghetto: - Come hai potuto? Ci hai condannati tutti!
Claudio rispose: - A che cosa? Non sappiamo cosa voglia fare davvero Lord Siberius. Ma almeno so che siete ancora qui.
- Prezzemolo è morto!
- Ma almeno voi no!
Pagui lo difese: - Lascia perdere, Aida. Ci avrebbe salvati comunque, o, meglio, ti avrebbe salvata comunque. – poi aggiunse, rivolgendosi a Claudio con un occhiolino: - Non è vero... Romeo?
Claudio era imbarazzato.
Aida era confusa: - Che sta succedendo? Me lo volete spiegare?
T-Gey non aveva capito di più: - Romeo? Ma si chiama Claudio!
Pagui alzò gli occhi al cielo: - Vieni, T-Gey, cerchiamo un posto per Prezzemolo.
Claudio voleva aiutarli.
- Non credo proprio. Qui voi due dovete parlare e chiarire qualcosa! – asserì Pagui.
- Ma non mi sembra il momento! – protestò Claudio.
- Il momento per cosa? – chiese Aida.
- È sempre il momento – disse Pagui in modo scherzosamente solenne.

Prima di andarsene sussurrò all'orecchio del ragazzo: - Dopo mi ringrazierai. O ti permetterò di prendermi a pugni. O entrambi, vedi tu…

Quando il gabbiano e la tigre si furono allontanati Claudio si voltò verso Aida. Non riusciva a guardarla negli occhi.
Aida commentò: - Davvero?
- Da… davvero cosa?
- Niente… - la maghetta si sedette a terra sul molo, coi piedi ondeggianti sul mare sottostante. Era nervosa, ma non voleva darlo a vedere.
Claudio le si sedette vicino.
- Sai, - esordì lui – avevo cinque anni, credo. Era una festa di compleanno… e ho visto una bambina bellissima.

Aida ascoltava. Ogni parola era difficile da metabolizzare.

- Poi è stato il momento delle elementari. Ed io mi sono trovato nella sua stessa scuola. E sembrava simpatica. Era molto brava, mentre io… boh, me la cavavo.
Un giorno ero in difficoltà con un compito e lei, presa da compassione o non so che cosa, mi ha aiutato. Io non avevo molti amici, lei non era ancora mia amica, ma ha deciso di aiutarmi.
Ci siamo conosciuti un po' meglio. Siamo diventati amici.
Poi ci sono state le scuole medie e le superiori e ci siamo persi di vista. Ogni tanto mi chiedevo se avrei rivisto quella ragazza, cosa stesse facendo e così via.
Poi sono entrato all'Accademia di Magia. Ero stato bocciato un anno prima.
E lì la ho riincontrata. Era ancora più bella di prima, ma era cambiata. Non aveva energie che per la magia. E non mi considerava più. Ho pensato di non essere abbastanza per lei.
Vedi questa faccia verde? Il giorno in cui ho incontrato Prezzemolo avevo… mi vergogno un po' a raccontarlo… avevo provato a preparare una pozione per migliorarmi, rendermi più attraente…

Aida pensò “che cosa stupida“, ma non lo disse.

- Perché volevo che lei mi guardasse diversamente, che si interessasse a me… e quella ragazza…

Il cuore di Aida cominciò a battere più forte.

- Quella ragazza sei tu, Aida…

[Ludpat Mike]

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Alla Ricerca Della Magia - Una Storia Di Gardaland --- CAPITOLO 20: Scambio (Parte 2)

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CAPITOLO 20: Scambio (Parte 2)

- Dov'è mia madre? – chiese Aida adirata.
- Non è qui, Aida – rispose una voce profonda, calma, ma minacciosa. Era Lord Siberius, che avanzava impugnando una lancia.
- Cosa? Come? – la maghetta non capiva.
Le domande vennero ignorate. Lo stregone si rivolse ad Elizer: - Mi hai deluso ancora una volta…
- Ma… mi hanno mentito! – si giustificò Elizer.
- Anche noi abbiamo mentito. Anche io ho mentito – e dopo queste parole puntò la lancia contro lo scienziato e lo colpì al cuore.

Inorriditi da quello che avevano visto, Aida e Pagui si diressero rapidamente verso le scale insieme al robottino.
Proprio in quel momento stavano scendendo di corsa anche Prezzemolo e T-Gey pensando di aiutare. Nella concitazione del momento i due gruppi si scontrarono e rotolarono nel piano delle prigioni. Solo il robottino, volando, riuscì a risalire verso l'alto senza problemi.

Gli altri si trovarono tutti a terra a formare un ammasso disordinato di corpi doloranti.

Lord Siberius riprese a parlare facendo dondolare la lancia insanguinata: - Bene, bene, bene. Pensavate di scappare così facilmente, eh? – e premette un pulsante – Ora sto chiudendo la porta ermetica per entrare o uscire da qui. Siete in trappola.

Battè un piede a terra nel punto in cui poco prima si trovava Elizer. Si vide di nuovo la madre di Aida che implorava aiuto.
- Un ologramma ben fatto, non è vero? – commentò lo stregone mentre si avvicinava ai suoi interlocutori.
- Cosa hai fatto a mia madre? – gridò Aida piangendo lacrime che erano metà di paura e metà di rabbia.
- Puoi stare tranquilla, la ho risparmiata perché altrimenti Elizer non avrebbe mai collaborato. È a casa sua e dorme un sonno profondo, si risveglierà quando lo vorrò. Ma ora…

Con una forza di braccia imprevedibile sollevò Prezzemolo, poi lo tenne stretto a sé puntandogli la lancia al collo.
- Basta giocare, datemi il Pipedom e l'Occhio di Qadesh o questo drago morirà! – minacciò l'uomo.
- Non fatelo! Non cedete! – disse Prezzemolo ai suoi amici, tremando come una foglia.
- Ma… - fece Aida.
- Andrà tutto bene finché non avrà lo Scettro – rispose il drago col tono più rassicurante possibile.

Gli altri erano titubanti sul da farsi.

- Che scenetta commovente… - li derise Lord Siberius.

Spazientito dalla loro indecisione, tolse la lancia dalla gola di Prezzemolo per trafiggere il suo cuore.

Gli altri erano scioccati. Aida gridò.

Lo stregone buttò da parte il corpo esanime del drago, con disprezzo. Come aveva fatto prima, prese in ostaggio T-Gey: - Ora sapete che faccio sul serio. Datemi il Pipedom e l'Occhio di Qadesh o vi ucciderò… uno… per… volta.

- Basta!
Un'altra voce, metallica, proveniva dalle scale: - Basta, ti darò ciò che chiedi, ma risparmia i miei amici.

Il robottino stava tornando. Era rimasto bloccato sotto terra quando Lord Siberius aveva chiuso la porta ermetica.
- No, Claudio! – gridò Aida.
Il robottino, che parlava con la voce di Claudio, si voltò verso la maghetta: - È finita. Abbiamo perso. Almeno non voglio perdere voi.

Volò verso lo stregone e lasciò a terra gli oggetti. L'uomo lasciò T-Gey e lo buttò a terra. Raccolse quello che voleva e corse dentro un ascensore segreto.
Mentre le porte dell'ascensore si chiudevano lentamente Aida vide a terra il libro magico e tentò il tutto per tutto: vi si avventò sopra, lo aprì e lo puntò verso Lord Siberius dicendo il suo nome.
Ma non successe nulla.

Le porte dell'ascensore si chiusero del tutto.

Lord Siberius aveva vinto.


Lo stregone era uscito da quel luogo. Ora che poteva usare di nuovo la magia si teletrasportò nella Foresta delle Sequoie.

Conosceva le regole. Arrivò ad un fiume, il Colorado, e pronunciò una formula magica. Questa fece risvegliare gli spiriti della foresta che fecero comparire una canoa ricavata dal tronco di un albero.
Lord Siberius vi salì e gli spiriti spinsero l'imbarcazione fino alla Sequoia del MagiGiro.

Questa non era una sequoia come le altre. Conteneva una fabbrica gestita da gnomi che poteva produrre strumenti magici di ogni tipo. E bacchette con grandi poteri.

[Ludpat Mike]

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Alla Ricerca Della Magia - Una Storia Di Gardaland --- CAPITOLO 19: Scambio (Parte 1)

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CAPITOLO 19: Scambio (Parte 1)

- Elizer sono qui come avevi detto. Sono al Porto Tudor.
- Bene, Aida. Sei da sola?
- Sì – mentì lei.
- Ottimo. Procedi verso la locanda “Il Covo" e poi gira a sinistra. C'è un piccolo molo a cui è attraccata una nave. Sali su quella nave. Ti aspetto sottocoperta. E ricordati di avere con te il Pipedom e l'Occhio di Qadesh. – poi chiuse la chiamata.

Era mezzogiorno. C’era poca gente in giro, quel porto era abbandonato da anni. Solo soggetti loschi bazzicavano in quelle zone.

Aida seguì le istruzioni e salì su un vecchio galeone. Aprì la porta per accedere alla parte sottocoperta.
Aveva la bacchetta magica in mano per rispondere ad un possibile agguato, ma non c'era anima viva. C'era solo un'altra porta davanti a lei, oltre la quale si poteva intravvedere uno studio con dei mobili consumati dal tempo e degli oggetti coperti da polvere e ragnatele.
Quella porta era chiusa.
...uno studio con dei mobili consumati dal tempo e degli oggetti coperti da polvere e ragnatele...

Sulla sinistra c'era una scala di legno stranamente ampia per essere su una nave. La ragazza cominciò a scendere lentamente i gradini, con una forte tensione.

Gli scalini la portavano giù, sempre più giù, in profondità. Il galeone da fuori non sembrava così grande. Stava scendendo più in basso. L'imbarcazione doveva essere una copertura per un edificio nascosto sotto la terra e sotto il livello del mare.

La luce del Sole non raggiungeva la parte più profonda della scala. Ad un certo punto Aida si trovò completamente al buio. Con la sua bacchetta magica cercò di generare della luce, ma per qualche motivo l’incantesimo non funzionava.
- Questo non rientrava nei piani… - pensò fra sé e sé – senza la mia magia come riuscirò a…

Ai lati della scala comparirono delle luci piccole e deboli. Erano in fila e formavano una sorta di strada. Era evidente che fosse da percorrere.

La scala finì col pavimento di un lungo corridoio, anche questo con un sentiero segnato dalle lucine.

Ad un certo punto le luci terminarono. Appena Aida raggiunse l'ultima di queste qualcosa mise in moto un meccanismo che fece avviare l'illuminazione di quell’ambiente. Ora si poteva capire che era una vecchia prigione riadattata per essere probabilmente un magazzino.

- Eccoti qua! – disse una voce facendo sobbalzare Aida.
- Elizer! Libera mia madre! – ordinò la maghetta dopo aver riconosciuto quel timbro.
- Una cosa per volta, una cosa per volta. Prima dammi quello che ti ho chiesto!
- Prima fammi vedere che mia madre sta bene!
- D'accordo…

Ora c'era meno buio e i due potevano vedersi a vicenda. Lo scienziato battè un piede a terra, aprì un libro che teneva in mano e ne uscì la madre di Aida, che piangeva ed implorava aiuto: - Aiuto, Aida! Non so dove sono, non so cosa succede! Ti prego, fai come dice!

Aida si precipitò verso la madre, ma prima che potesse raggiungerla Elizer richiuse il libro e la donna scomparve.

- Elizer, lascia che ti spieghi cosa sta succedendo…
- So già tutto, Aida. So che esiste uno Scettro dei Cinque Elementi che può fare magie inimmaginabili. Lord Siberius lo userà per riportare in vita la mia famiglia e tutte le vittime dell'epidemia. E così la mia missione sarà completa.
- Non devi fidarti di Lord Siberius. Vuole lo Scettro per avere il potere, ma è un mago malvagio. Non sai cosa potrebbe fare.
- Stai zitta e dammi quelle cose subito!
- Elizer…
- Zitta!

Lentamente Aida prese fuori da una borsa che aveva con sé il Pipedom. Era molto tesa.

- Ora mettilo a terra! – ordinò l'altro tenendosi a distanza.

La maghetta obbedì. Poi con maggiore titubanza la maghetta estrasse dalla borsa l'Occhio di Qadesh, accuratamente avvolto in un panno.
Lo appoggiò lentamente a terra.

- Ora allontanati! – disse Elizer mentre si avvicinava agli oggetti.
Li aveva quasi raggiunti, quando un essere rosso e rotondo, arrivato a tutta velocità, li sottrasse. Era il robottino che aveva riparato Claudio.

Lo scienziato era furioso: - Ti avevo detto di venire da sola!
Aprì il libro e disse: - Maga Aid… - ma un forte pugno gli impedì di finire la parola.
Era stato Pagui. Con la sua forza riuscì a sottrarre il volume. Lo aprì, ma da questo non uscì proprio nessuno.
Lo scienziato aveva mentito.

[Ludpat Mike]

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martedì 26 novembre 2019

Alla Ricerca Della Magia - Una Storia Di Gardaland --- CAPITOLO 18: Ritorno

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CAPITOLO 18: Ritorno

Forse stava girando in tondo da ore. Forse era sul punto di trovare la strada giusta. Più probabilmente si era perso del tutto.

T-Gey era stato svegliato dal terribile ruggito del Raptor e, pensando di non essere più un compagno gradito, si era addentrato nella foresta per far perdere le sue tracce. L'intento era di trovare la Time Voyager 2007 e fuggire con essa. Non era mai stato una tigre particolarmente leale.
T-Gey, foto di Gardaland Tribe

Ora cercava di trovare un punto di riferimento, ma quella foresta gli sembrava tutta uguale. Non riusciva più a trovare né la base militare né la navicella. Forse scappare in una direzione a caso non era stata una buona idea.
Arrivò in riva ad un lago molto ampio. Ricordava di averlo visto anche l'ultima volta in cui era stato in quella palude. Decise di percorrerne il perimetro, probabilmente ad un certo punto avrebbe trovato qualcosa per orientarsi.

Era ormai il tramonto quando sentì uno strano grido ripetuto per tre volte. Era come se qualcuno stesse urlando “perché“ o qualcosa del genere.

Procedette in direzione di quel grido sperando di ritrovare Prezzemolo o qualcuno dei suoi amici.



Si fece buio e questo gli permise di vedere una luce nella foresta. La seguì ed in poco tempo si ritrovò all'esterno della base militare.

Da fuori poté udire la voce di Aida dire: - Forse però vale la pena fare un tentativo. Se Elizer o Siberius riuscissero a costruire lo Scettro nessuno sarebbe al sicuro.
Ma chi era questo Elizer? Siberius era un nome che aveva già sentito… non potevano star parlando dello stregone criminale che aveva terrorizzato Camelot quasi trent'anni prima… o era proprio lui?
Prezzemolo non gli aveva raccontato molto, forse temendo la sua non affidabilissima lealtà.

Decise di entrare nella base militare. Trovò gli altri seduti a terra a formare una sorta di cerchio che discutevano un piano.

- Amici!
Tutti si voltarono di scatto verso di lui.
Il drago si alzò, andò verso di lui, lo abbracciò e chiese: - Ma dove eri finito?
T-Gey era contemporaneamente commosso ed imbarazzato per l'affetto che l'amico aveva per lui.
Con tono completamente diverso, come di biasimo, Pagui chiese a sua volta: - Già, dove eri finito? Stavi cercando di scappare da questi? – mostrando i pugni.
- Ero andato via perché pensavo di non essere più gradito. Ho deluso Prezzemolo e… quello che ho fatto a Pagui è una cosa di cui mi pento ancora oggi. Vorrei chiedere scusa a tutti voi.
Nel dirlo voltò lo sguardo verso il corpo di Mously, che era stato appoggiato a ridosso di una parete.
- Santo cielo! – esclamò – Che cosa è successo?

Gli vennero spiegati gli avvenimenti di quella giornata. T-Gey fu molto scosso da quei racconti, soprattutto dalla morte di Mously e dal rapimento della madre di Aida.
La faccenda doveva essere seria. Voleva aiutarli. Era arrivato il momento di smettere di tirarsi indietro.

Chiese di tornare a Rio Bravo, dove avrebbe nominato un vicesceriffo, e poi sarebbe andato con loro a Porto Tudor.



Tornato nel suo ufficio, T-Gey nominò sceriffo temporaneo un uomo di cui sentiva di potersi fidare, un certo Romano.
Non vi fu una grande cerimonia o altro. Venne annunciato in fretta dal palco per gli spettacoli della città.

Non c'era tempo: bisognava andare quanto prima al Porto Tudor.

[Ludpat Mike]

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domenica 24 novembre 2019

Alla Ricerca Della Magia - Una Storia Di Gardaland --- CAPITOLO 17: Chiamata

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CAPITOLO 17: Chiamata

Si ritrovarono alla base militare. Mancava solo Pagui. T-Gey era sparito. Forse si era ripreso dal pugno che aveva ricevuto e si era allontanato prima di prenderne un altro.

Prezzemolo arrivò poco dopo rispetto a tutti gli altri, portando con sé Mously. Il pipistrello era privo di sensi e di colore blu.

Il drago adagiò l'amico a terra. Respirava. Il suo cuore batteva, ma lentamente.

Arrivò anche Pagui. Vista la situazione riconobbe un caso di avvelenamento da Raptorya Genetia, una pianta che cresceva in quella palude. Pungersi con una sua spina significava introdurre nel proprio corpo un veleno potentissimo. Non ci sarebbe stato nulla da fare.

Mously riprese i sensi. Aprì gli occhi e guardò Prezzemolo: - Meglio stare a casa tranquilli che uscire a passare guai… ma con un amico… può valerne la pena… - disse con voce debole prima di richiudere gli occhi.
- Mously! – esclamò Prezzemolo – Ce la farai, vedrai!
- Non credo… ma è stata… una bella avventura… salva… Aurora… anche per me – sussurrò il pipistrello con le sue ultime forze.

Poi smise di parlare.
Smise di respirare.
Il suo cuore smise di battere.

Prezzemolo, con gli occhi pieni di lacrime, uscì all'esterno, mentre gli altri stavano in silenzio o piangevano.
Foto di base proveniente dal profilo Twitter di Aril's Chest, tagliata e modificata da Ludpat Mike

Era il tramonto. Il drago si sfogò gridando contro un interlocutore invisibile: - Perché? Perché? Perché?

Non era un momento facile. Aveva cercato di superare la sparizione di Aurora sperando di trovare il modo di farla tornare indietro, ma ora aveva perso anche il suo migliore amico…


Mentre piangeva in un angolo, Aida ricevette una chiamata sul cercapersone.
- Salve Aida!
- Chi parla? – quella voce non era nuova.
- Non mi riconosci? Sono Elizer!
- Vuoi rinchiudermi di nuovo in un libro? Non è il momento!
E chiuse la chiamata. Ma lo scienziato richiamò. La maghetta rispose.
- Che vuoi? Ti ho detto che non è il…
- Aida, abbiamo rapito tua madre. Portaci il Pipedom e l'Occhio di Qadesh e la libereremo. Se non lo farai le faremo del male.
Non poteva essere vero. Sua madre? In pericolo?
- Non ti credo! Fammi sentire la sua voce!
- Ti accontento subito…
Parlò una voce di donna: - Aiuto, Aida! Non so dove sono, non so cosa succede! Ti prego, fai come dice!
- Mamma!
Riprese Elizer: - Ora sai che non scherziamo. Vieni domani al Porto Tudor a mezzogiorno. Da sola.
E chiuse la chiamata.

Aida non sapeva che fare. Consegnare quegli oggetti ad Elizer o rischiare che facesse del male a sua madre? E magari lo scienziato era d'accordo con Lord Siberius, anzi lo era di sicuro. Altrimenti non avrebbe parlato dell'Occhio di Qadesh.
Dare via il Pipedom e l'Occhio sarebbe stato come sprecare il sacrificio di Mously e di Aurora. Ma sua madre…

Decise di parlarne con gli altri.

Dopo aver ascoltato con attenzione quale fosse il problema, Prezzemolo si fece avanti e disse: - Se mi avessi posto questo problema ieri avrei esitato sperando in una miracolo che riportasse in vita Aurora, magari proprio grazie allo Scettro dei Cinque Elementi.  Tuttavia ora che ho perso la mia fidanzata ed il mio amico per riaverli avrei bisogno di due miracoli e dell'acqua della Fonte della Giovinezza, che ora è distrutta.
Quindi piuttosto che affidarmi ad una vana speranza preferisco che salviamo tua madre, Aida.

Pagui ebbe un'altra idea: - E se invece noi fingessimo di consegnare gli oggetti ad Elizer, salvassimo la madre di Aida e cercassimo di ottenere l'acqua della Fonte della Giovinezza?

E Claudio: - Potrebbe essere una possibilità, ma ci servirebbe molta fortuna. Non sappiamo se davvero Elizer abbia l'acqua e se l'abbia con sé…

Aida prese la parola: - Forse però vale la pena fare un tentativo. Se Elizer o Siberius riuscissero a costruire lo Scettro nessuno sarebbe al sicuro.

[Ludpat Mike]

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sabato 23 novembre 2019

Alla Ricerca Della Magia - Una Storia Di Gardaland --- CAPITOLO 16: Il nido

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CAPITOLO 16: Il nido

Mentre il gruppo procedeva verso il nido del Raptor, Mously appoggiandosi ad una pianta si punse una mano con una spina. Si tolse la spina dalla mano e decise di non dare importanza alla cosa. Non lo disse nemmeno agli altri.

Giunsero nei pressi di un lago e Pagui annunciò: - Oltre il lago c'è il nido. Ma state molto attenti mentre camminate lungo la riva: ci sono dei pericolosi piranha!

Procedettero con cautela ed arrivarono oltre lo specchio d'acqua. Mously cominciò ad avere un giramento di testa, ma probabilmente il motivo era che non aveva fatto una colazione abbastanza abbondante.

Videro il nido, ma c'era un problema: c'era anche il Raptor, che, mentre dormiva, covava le sue uova.

- Organizziamoci! – propose Pagui – Io distrarrò la creatura mentre voi vi avvicinerete al nido e prenderete il guscio d'uovo. Fate attenzione ai piccoli e non fateli piangere altrimenti cercare di distrarre la madre non servirà a nulla. Ci ritroviamo alla base militare.

Furono tutti d'accordo e misero in atto il piano.

Il gabbiano si intrufolò nel nido senza far rumore. Legò una fune al collo della bestia come avrebbe fatto con un cavallo per montarlo e poi fece chiasso per farla svegliare.

Quando il Raptor aprì gli occhi, Aida riconobbe le “luci gialle" del suo incubo ricorrente. Ecco cosa la stava inseguendo quando era caduta nel giardino di Prezzemolo!
La creatura alata, foto di Parksmania

La creatura, svegliatasi, cominciò a dimenarsi avvertendo un peso fastidioso (cioè Pagui) sulla sua groppa. Prese il volo per cercare di liberarsi dell'ospite sgradito, sbattendo contro gli alberi e portandosi lontano dal nido.

Era il momento giusto. I rimanenti membri del gruppo si avvicinarono alle uova. Notando che Mously sembrava un po' spossato Aida gli suggerì di restare più lontano ed avvertire tutti se la madre fosse tornata al nido.

Le uova erano piuttosto grosse, come due palloni da basket uno sull'altro. Prezzemolo non voleva prendere un uovo ancora non schiuso, sarebbero bastati dei frammenti di guscio.
Si misero a cercarli, ma gli unici frammenti che c'erano erano raggruppati a formare una sorta di giaciglio per un piccolo Raptor.

Non avevano scelta, avrebbero dovuto correre il rischio di svegliarlo o tutto il viaggio sarebbe stato inutile. Prezzemolo e Claudio lo avrebbero sollevato con cautela e Aida avrebbe preso qualche pezzo di guscio.

Il piano fallì subito perché appena si avvicinarono quel cucciolo si svegliò. Per fortuna non si mise a piangere, ma invece guardò incuriosito i nuovi arrivati. In particolare sembrava che Prezzemolo gli fosse particolarmente simpatico perché trotterellò verso il drago con un atteggiamento giocoso.
Inizialmente spaventato, Prezzemolo si mise presto a giocare col piccolo, mentre gli altri, in fretta, raccolsero dei frammenti di uovo.
Nel giocare il cucciolo inciampò sulle sue ali (che in un Raptor crescono molto prima del resto del corpo) e si mise a piangere emettendo un verso fortissimo e molto fastidioso. Questo fece svegliare anche gli altri due cuccioli, che cominciarono a piangere a loro volta.

Pagui stava quasi domando mamma Raptor, quando questa sentì il pianto dei suoi piccoli. Trascurando qualsiasi altra cosa si diresse rapidamente verso il nido.

A Mously si stavano chiudendo gli occhi. Che strano, eppure aveva dormito bene la notte precedente. Intravvide la creatura avvicinarsi e decise di dare l'allarme, ma la sua voce era debole. Avrebbe voluto urlare, ma non ci riusciva. I suoi amici non lo avrebbero sentito.
Gli mancarono le forze e svenne.

Aida e Claudio con in mano i frammenti di uovo cominciarono a correre. Prezzemolo li seguì. Si allontanarono appena in tempo. In pochi secondi la madre era tornata al nido.

- Dov'è Mously? – chiese Prezzemolo senza fermarsi.
- L'ho lasciato vicino alla riva del lago – rispose Aida.
- Vado a prenderlo, voi tornate da T-Gey! – disse Prezzemolo.

Il drago si mise a cercare l'amico. Quando lo trovò, Mously aveva cambiato colore: era diventato blu. E inoltre era evidente che avesse perso i sensi.

Prezzemolo si caricò il pipistrello sulle spalle e corse a raggiungere gli altri.

Pagui aveva rinunciato a domare la creatura e, con un salto, smontò, aprì le ali e volò verso la base militare, dove sperava di ritrovare i suoi amici sani e salvi.

[Ludpat Mike]

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sabato 26 ottobre 2019

Alla Ricerca Della Magia - Una Storia Di Gardaland --- CAPITOLO 15: Adattarsi

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CAPITOLO 15: Adattarsi


Claudio non era più nella stanza.

Aida decise di alzarsi e dare un'occhiata in giro. Dopo quel sogno comunque non sarebbe riuscita a riaddormentarsi.

Uscì dalla camera e percorse un corridoio lungo e debolmente illuminato. Arrivò nel vero e proprio saloon, deserto visto che era ancora molto presto. O meglio, sarebbe stato deserto se non fosse stato per una figura china su un tavolo: Claudio.

Il ragazzo stava lavorando nuovamente sul robot rosso con la forma di un cilindro più largo che alto.
Aida gli domandò: - Come sta andando la riparazione?
Claudio sussultò per la sorpresa, poi rispose: - In realtà piuttosto bene. Ha qualche componente arrugginita, ma dovrei essere in grado di farlo accendere a breve.

Strinse due viti e poi premette un bottone. Un piccolo schermo si attivò mostrando l'immagine di due occhi. Il robot si guardò intorno, poi gridò con la sua voce robotica: - Gli archeologi! Gli archeologi! Devo salvare gli archeologi!
Aveva cominciato a dimenarsi e continuava a fare baccano. Claudio premette nuovamente il pulsante e la macchina si spense. Non era sicuramente l'ora giusta per tutta quella confusione. Però, che frase strana… chissà cosa voleva dire il robot…

Lo sceriffo T-Gey si era svegliato e venne a rimproverare Claudio e Aida per il rumore. Per fortuna c'erano pochissimi ospiti nell'hotel che potessero essere disturbati.



Arrivata l'ora di partire tutti salirono sulla Time Voyager 2007 accompagnati da T-Gey che portava con sé  dell'attrezzatura – a suo dire – indispensabile.
Lo sceriffo indicò a Claudio la strada fino ad una radura ampia e pianeggiante dove si poteva atterrare agevolmente.

Il gruppo scese dalla nave e procedette tra la fitta vegetazione guidati dalla tigre.

Si trovavano in una foresta con piante alte ed alberi dal tronco massiccio. Alcuni di questi erano abbattuti o squarciati. T-Gey spiegò che era opera del Raptor che si scontrava con gli ostacoli durante il suo volo, avendo una vista carente. Infatti, raccontò vantandosi, lo sceriffo stesso aveva quasi accecato la creatura alata quando si era avventurato nella palude anni prima ed era stato attaccato da questa.

- Cosa ti ha spinto ad avventurarti nella palude? – chiese Mously curioso.
- Avevo fiutato un affare. Volevo radere tutto al suolo e costruire un enorme centro commerciale che mi avrebbe fruttato milioni e milioni di gardalire! Ma la creatura ha reso le cose… complicate. Ho deciso che non ne valesse la pena. E poi… - si interruppe, come se avesse cambiato idea riguardo a raccontare qualcosa o no.

Arrivarono ad una base militare abbandonata.
- Ecco, io vi aspetto qui – annunciò lo sceriffo – voi andate pure avanti!
- Ma come? – protestò Prezzemolo – Avevi promesso di portarci dal Raptor e di aiutarci!
- Ho promesso di portarvi dal Raptor. Il suo nido è a qualche centinaio di metri più avanti in quella direzione.
- Ma sei l'unico che sa come affrontarlo!
- L'unico modo di affrontarlo è scappare quando lo vedi!
- Questo è quello che pensi tu!

L'ultima frase non era stata detta da un componente del gruppo.
Tutti si voltarono e videro un grosso gabbiano giallo, con grossi muscoli ed una divisa da militare, che si fece largo tra gli altri con prepotenza e diede un pugno sul muso a T-Gey, che perse i sensi.

- Perché lo hai fatto? – chiese Prezzemolo sulla difensiva.
- Ho i miei motivi, io e T-Gey abbiamo un conto in sospeso... Stai tranquillo, Prezzemolo – disse quello – vi porto io dal Raptor.
- Come conosci il mio nome? – chiese il drago stupito.
- Ma come, non mi riconosci?
- Aspetta… no, non ci credo! Sei proprio tu, Pagui?
- Eh, già! – rispose l’altro ridendo.
- Sei… un po' diverso da anni fa!
- Eh, ho dovuto adattarmi. Da quando sono stato abbandonato qui – e guardò T-Gey con disprezzo – ho imparato a cavarmela da solo, a cacciare, a sopravvivere in questo ambiente ostile. La palude ti cambia… ma dimmi, con voi c'è anche Bambù? – chiese quasi con preoccupazione.
- No, credo stia lavorando per lo Spazioporto al Polo Nord.
- Ah, bene – commentò Pagui sollevato, senza spiegare il motivo della sua reazione.

Fecero le dovute presentazioni, lasciarono T-Gey, ancora svenuto, nella base militare e partirono alla volta del nido del Raptor, mentre il gabbiano veniva istruito dagli altri sulla situazione che aveva portato il gruppo in quel luogo inospitale.

[Ludpat Mike]

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martedì 22 ottobre 2019

Alla Ricerca Della Magia - Una Storia Di Gardaland --- CAPITOLO 14: Lo sceriffo

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CAPITOLO 14: Lo sceriffo

Prezzemolo esclamò sorpreso: - Per Giove! Sei proprio tu, T-Gey!
La tigre riconobbe il drago ed il pipistrello: - Prezzemolo, Mously! È tanto che non ci vediamo!
Vennero fatte tutte le dovute presentazioni.

- Cosa vi porta qui in questa città? Oro? – chiese T-Gey pregustando un possibile affare.
- No, siamo solo di passaggio per fare rifornimento. Andiamo alla palude del Raptor per recuperare un uovo, o almeno il suo guscio – rispose Prezzemolo.
- La palude del Raptor, eh? Forse vi servirà dell'attrezzatura, dei mezzi adeguati, delle armi… posso fornirvi tutto per un prezzo di favore.
Mously sussurrò all'orecchio di Aida: - Ci scommetto le ali che ci sta fregando!

Prezzemolo rispose allo sceriffo: - In realtà speravamo che tu venissi con noi. In città dicono che tu sia il solo ad essere riuscito a tornare vivo dalla palude.
T-Gey si fece imbarazzato, rispose malcelando un certo nervosismo: - Beh certo… chi meglio di me potrebbe guidarvi nella palude?! Però, vedete, in quanto sceriffo di Rio Bravo ho certe responsabilità… devo controllare che la legge venga rispettata, che...
Mously lo incalzò: - La verità è che hai paura, dillo!
- Paura? Quale paura? Io non ho paura di niente e nessuno! Io rido in faccia alla paura!
E Mously: - Allora incarica il vicesceriffo di sostituirti! Per una giornata non succederà niente!
- Non ce l'ho un vice, mi costerebbe troppi soldi!

Allora Prezzemolo giocò la sua ultima carta: - Lo sai che il guscio d'uovo di Raptor vale moltissime gardalire?
T-Gey si fece più interessato: - Davvero? Scusatemi un attimo…

La tigre si ritirò in uno stanzino dove c'era una macchina che aveva “preso in prestito” da Bambù, il panda inventore: il Cercainfo. Con questo strumento scoprì che effettivamente un uovo di Raptor intero su certi mercati raggiungeva il valore di diversi milioni di gardalire.

Lo sceriffo tornò nell'ufficio e disse a Prezzemolo e agli altri di aver cambiato idea e che sarebbe andato volentieri alla palude con loro: - Il mio aiuto vi sarà indispensabile! Ma prima riposatevi nell'hotel del Saloon,  vi farò uno sconto del 10%!
- T-Gey!
- E va bene, del 20%!
- T-Gey!
- Del 50%! E considerate che ci sto rimettendo!
Dopo un po' di ulteriore tira e molla il drago riuscì a convivere la tigre ad ospitarli gratis.

...

Era notte. Tutti dormivano tranquilli in una stanza dell'hotel, piccola, ma con letti in numero sufficiente e tutti comodi.
Un rumore fece svegliare Aida. Senza alzarsi, la ragazza diede un'occhiata alla camera illuminata fiocamente dalla luce della Luna. Probabilmente non era niente di importante. In ogni luogo ogni tanto si sentono dei rumori strani.
Chiuse nuovamente gli occhi.
Poco dopo sentì altri rumori, come di passi di qualcuno che stesse cercando di non disturbare… o di non far percepire la sua presenza.
Aida aprì gli occhi e vide un'ombra che si muoveva per la stanza, avvicinandosi lentamente e cautamente al suo letto. La maghetta aveva paura, ma il losco figuro sembrava più interessato a frugare tra i suoi vestiti, che erano riposti su un comodino lì accanto.
Alla fine quell’ombra smise di cercare perché aveva trovato quello che voleva: il Pipedom.
Aida non avrebbe permesso a chiunque fosse di rubarlo. Prese la sua bacchetta da sotto il cuscino e fece un incantesimo per illuminare la stanza e vedere il volto del ladro.



… Era stato tutto solo un incubo? La maghetta si era svegliata di soprassalto. Il sole stava sorgendo, era l'alba.
Cercò subito nel suo borsello senza fondo (perché magico) se ci fosse il Pipedom. Era ancora lì. Tirò un sospiro di sollievo.

Guardò nella camera e vide che stavano ancora tutti dormendo. Mancava solo uno dei suoi amici…

[Ludpat Mike]

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