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CAPITOLO 15: Adattarsi
Claudio non era più nella stanza.
Aida decise di alzarsi e dare un'occhiata in giro. Dopo quel sogno comunque non sarebbe riuscita a riaddormentarsi.
Uscì dalla camera e percorse un corridoio lungo e debolmente illuminato. Arrivò nel vero e proprio saloon, deserto visto che era ancora molto presto. O meglio, sarebbe stato deserto se non fosse stato per una figura china su un tavolo: Claudio.
Il ragazzo stava lavorando nuovamente sul robot rosso con la forma di un cilindro più largo che alto.
Aida gli domandò: - Come sta andando la riparazione?
Claudio sussultò per la sorpresa, poi rispose: - In realtà piuttosto bene. Ha qualche componente arrugginita, ma dovrei essere in grado di farlo accendere a breve.
Strinse due viti e poi premette un bottone. Un piccolo schermo si attivò mostrando l'immagine di due occhi. Il robot si guardò intorno, poi gridò con la sua voce robotica: - Gli archeologi! Gli archeologi! Devo salvare gli archeologi!
Aveva cominciato a dimenarsi e continuava a fare baccano. Claudio premette nuovamente il pulsante e la macchina si spense. Non era sicuramente l'ora giusta per tutta quella confusione. Però, che frase strana… chissà cosa voleva dire il robot…
Lo sceriffo T-Gey si era svegliato e venne a rimproverare Claudio e Aida per il rumore. Per fortuna c'erano pochissimi ospiti nell'hotel che potessero essere disturbati.
…
Arrivata l'ora di partire tutti salirono sulla Time Voyager 2007 accompagnati da T-Gey che portava con sé dell'attrezzatura – a suo dire – indispensabile.
Lo sceriffo indicò a Claudio la strada fino ad una radura ampia e pianeggiante dove si poteva atterrare agevolmente.
Il gruppo scese dalla nave e procedette tra la fitta vegetazione guidati dalla tigre.
Si trovavano in una foresta con piante alte ed alberi dal tronco massiccio. Alcuni di questi erano abbattuti o squarciati. T-Gey spiegò che era opera del Raptor che si scontrava con gli ostacoli durante il suo volo, avendo una vista carente. Infatti, raccontò vantandosi, lo sceriffo stesso aveva quasi accecato la creatura alata quando si era avventurato nella palude anni prima ed era stato attaccato da questa.
- Cosa ti ha spinto ad avventurarti nella palude? – chiese Mously curioso.
- Avevo fiutato un affare. Volevo radere tutto al suolo e costruire un enorme centro commerciale che mi avrebbe fruttato milioni e milioni di gardalire! Ma la creatura ha reso le cose… complicate. Ho deciso che non ne valesse la pena. E poi… - si interruppe, come se avesse cambiato idea riguardo a raccontare qualcosa o no.
Arrivarono ad una base militare abbandonata.
- Ecco, io vi aspetto qui – annunciò lo sceriffo – voi andate pure avanti!
- Ma come? – protestò Prezzemolo – Avevi promesso di portarci dal Raptor e di aiutarci!
- Ho promesso di portarvi dal Raptor. Il suo nido è a qualche centinaio di metri più avanti in quella direzione.
- Ma sei l'unico che sa come affrontarlo!
- L'unico modo di affrontarlo è scappare quando lo vedi!
- Questo è quello che pensi tu!
L'ultima frase non era stata detta da un componente del gruppo.
Tutti si voltarono e videro un grosso gabbiano giallo, con grossi muscoli ed una divisa da militare, che si fece largo tra gli altri con prepotenza e diede un pugno sul muso a T-Gey, che perse i sensi.
- Perché lo hai fatto? – chiese Prezzemolo sulla difensiva.
- Ho i miei motivi, io e T-Gey abbiamo un conto in sospeso... Stai tranquillo, Prezzemolo – disse quello – vi porto io dal Raptor.
- Come conosci il mio nome? – chiese il drago stupito.
- Ma come, non mi riconosci?
- Aspetta… no, non ci credo! Sei proprio tu, Pagui?
- Eh, già! – rispose l’altro ridendo.
- Sei… un po' diverso da anni fa!
- Eh, ho dovuto adattarmi. Da quando sono stato abbandonato qui – e guardò T-Gey con disprezzo – ho imparato a cavarmela da solo, a cacciare, a sopravvivere in questo ambiente ostile. La palude ti cambia… ma dimmi, con voi c'è anche Bambù? – chiese quasi con preoccupazione.
- No, credo stia lavorando per lo Spazioporto al Polo Nord.
- Ah, bene – commentò Pagui sollevato, senza spiegare il motivo della sua reazione.
Fecero le dovute presentazioni, lasciarono T-Gey, ancora svenuto, nella base militare e partirono alla volta del nido del Raptor, mentre il gabbiano veniva istruito dagli altri sulla situazione che aveva portato il gruppo in quel luogo inospitale.
[Ludpat Mike]
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sabato 26 ottobre 2019
martedì 22 ottobre 2019
Alla Ricerca Della Magia - Una Storia Di Gardaland --- CAPITOLO 14: Lo sceriffo
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CAPITOLO 14: Lo sceriffo
Prezzemolo esclamò sorpreso: - Per Giove! Sei proprio tu, T-Gey!
La tigre riconobbe il drago ed il pipistrello: - Prezzemolo, Mously! È tanto che non ci vediamo!
Vennero fatte tutte le dovute presentazioni.
- Cosa vi porta qui in questa città? Oro? – chiese T-Gey pregustando un possibile affare.
- No, siamo solo di passaggio per fare rifornimento. Andiamo alla palude del Raptor per recuperare un uovo, o almeno il suo guscio – rispose Prezzemolo.
- La palude del Raptor, eh? Forse vi servirà dell'attrezzatura, dei mezzi adeguati, delle armi… posso fornirvi tutto per un prezzo di favore.
Mously sussurrò all'orecchio di Aida: - Ci scommetto le ali che ci sta fregando!
Prezzemolo rispose allo sceriffo: - In realtà speravamo che tu venissi con noi. In città dicono che tu sia il solo ad essere riuscito a tornare vivo dalla palude.
T-Gey si fece imbarazzato, rispose malcelando un certo nervosismo: - Beh certo… chi meglio di me potrebbe guidarvi nella palude?! Però, vedete, in quanto sceriffo di Rio Bravo ho certe responsabilità… devo controllare che la legge venga rispettata, che...
Mously lo incalzò: - La verità è che hai paura, dillo!
- Paura? Quale paura? Io non ho paura di niente e nessuno! Io rido in faccia alla paura!
E Mously: - Allora incarica il vicesceriffo di sostituirti! Per una giornata non succederà niente!
- Non ce l'ho un vice, mi costerebbe troppi soldi!
Allora Prezzemolo giocò la sua ultima carta: - Lo sai che il guscio d'uovo di Raptor vale moltissime gardalire?
T-Gey si fece più interessato: - Davvero? Scusatemi un attimo…
La tigre si ritirò in uno stanzino dove c'era una macchina che aveva “preso in prestito” da Bambù, il panda inventore: il Cercainfo. Con questo strumento scoprì che effettivamente un uovo di Raptor intero su certi mercati raggiungeva il valore di diversi milioni di gardalire.
Lo sceriffo tornò nell'ufficio e disse a Prezzemolo e agli altri di aver cambiato idea e che sarebbe andato volentieri alla palude con loro: - Il mio aiuto vi sarà indispensabile! Ma prima riposatevi nell'hotel del Saloon, vi farò uno sconto del 10%!
- T-Gey!
- E va bene, del 20%!
- T-Gey!
- Del 50%! E considerate che ci sto rimettendo!
Dopo un po' di ulteriore tira e molla il drago riuscì a convivere la tigre ad ospitarli gratis.
...
Era notte. Tutti dormivano tranquilli in una stanza dell'hotel, piccola, ma con letti in numero sufficiente e tutti comodi.
Un rumore fece svegliare Aida. Senza alzarsi, la ragazza diede un'occhiata alla camera illuminata fiocamente dalla luce della Luna. Probabilmente non era niente di importante. In ogni luogo ogni tanto si sentono dei rumori strani.
Chiuse nuovamente gli occhi.
Poco dopo sentì altri rumori, come di passi di qualcuno che stesse cercando di non disturbare… o di non far percepire la sua presenza.
Aida aprì gli occhi e vide un'ombra che si muoveva per la stanza, avvicinandosi lentamente e cautamente al suo letto. La maghetta aveva paura, ma il losco figuro sembrava più interessato a frugare tra i suoi vestiti, che erano riposti su un comodino lì accanto.
Alla fine quell’ombra smise di cercare perché aveva trovato quello che voleva: il Pipedom.
Aida non avrebbe permesso a chiunque fosse di rubarlo. Prese la sua bacchetta da sotto il cuscino e fece un incantesimo per illuminare la stanza e vedere il volto del ladro.
…
… Era stato tutto solo un incubo? La maghetta si era svegliata di soprassalto. Il sole stava sorgendo, era l'alba.
Cercò subito nel suo borsello senza fondo (perché magico) se ci fosse il Pipedom. Era ancora lì. Tirò un sospiro di sollievo.
Guardò nella camera e vide che stavano ancora tutti dormendo. Mancava solo uno dei suoi amici…
[Ludpat Mike]
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CAPITOLO 14: Lo sceriffo
Prezzemolo esclamò sorpreso: - Per Giove! Sei proprio tu, T-Gey!
La tigre riconobbe il drago ed il pipistrello: - Prezzemolo, Mously! È tanto che non ci vediamo!
Vennero fatte tutte le dovute presentazioni.
- Cosa vi porta qui in questa città? Oro? – chiese T-Gey pregustando un possibile affare.
- No, siamo solo di passaggio per fare rifornimento. Andiamo alla palude del Raptor per recuperare un uovo, o almeno il suo guscio – rispose Prezzemolo.
- La palude del Raptor, eh? Forse vi servirà dell'attrezzatura, dei mezzi adeguati, delle armi… posso fornirvi tutto per un prezzo di favore.
Mously sussurrò all'orecchio di Aida: - Ci scommetto le ali che ci sta fregando!
Prezzemolo rispose allo sceriffo: - In realtà speravamo che tu venissi con noi. In città dicono che tu sia il solo ad essere riuscito a tornare vivo dalla palude.
T-Gey si fece imbarazzato, rispose malcelando un certo nervosismo: - Beh certo… chi meglio di me potrebbe guidarvi nella palude?! Però, vedete, in quanto sceriffo di Rio Bravo ho certe responsabilità… devo controllare che la legge venga rispettata, che...
Mously lo incalzò: - La verità è che hai paura, dillo!
- Paura? Quale paura? Io non ho paura di niente e nessuno! Io rido in faccia alla paura!
E Mously: - Allora incarica il vicesceriffo di sostituirti! Per una giornata non succederà niente!
- Non ce l'ho un vice, mi costerebbe troppi soldi!
Allora Prezzemolo giocò la sua ultima carta: - Lo sai che il guscio d'uovo di Raptor vale moltissime gardalire?
T-Gey si fece più interessato: - Davvero? Scusatemi un attimo…
La tigre si ritirò in uno stanzino dove c'era una macchina che aveva “preso in prestito” da Bambù, il panda inventore: il Cercainfo. Con questo strumento scoprì che effettivamente un uovo di Raptor intero su certi mercati raggiungeva il valore di diversi milioni di gardalire.
Lo sceriffo tornò nell'ufficio e disse a Prezzemolo e agli altri di aver cambiato idea e che sarebbe andato volentieri alla palude con loro: - Il mio aiuto vi sarà indispensabile! Ma prima riposatevi nell'hotel del Saloon, vi farò uno sconto del 10%!
- T-Gey!
- E va bene, del 20%!
- T-Gey!
- Del 50%! E considerate che ci sto rimettendo!
Dopo un po' di ulteriore tira e molla il drago riuscì a convivere la tigre ad ospitarli gratis.
...
Era notte. Tutti dormivano tranquilli in una stanza dell'hotel, piccola, ma con letti in numero sufficiente e tutti comodi.
Un rumore fece svegliare Aida. Senza alzarsi, la ragazza diede un'occhiata alla camera illuminata fiocamente dalla luce della Luna. Probabilmente non era niente di importante. In ogni luogo ogni tanto si sentono dei rumori strani.
Chiuse nuovamente gli occhi.
Poco dopo sentì altri rumori, come di passi di qualcuno che stesse cercando di non disturbare… o di non far percepire la sua presenza.
Aida aprì gli occhi e vide un'ombra che si muoveva per la stanza, avvicinandosi lentamente e cautamente al suo letto. La maghetta aveva paura, ma il losco figuro sembrava più interessato a frugare tra i suoi vestiti, che erano riposti su un comodino lì accanto.
Alla fine quell’ombra smise di cercare perché aveva trovato quello che voleva: il Pipedom.
Aida non avrebbe permesso a chiunque fosse di rubarlo. Prese la sua bacchetta da sotto il cuscino e fece un incantesimo per illuminare la stanza e vedere il volto del ladro.
…
… Era stato tutto solo un incubo? La maghetta si era svegliata di soprassalto. Il sole stava sorgendo, era l'alba.
Cercò subito nel suo borsello senza fondo (perché magico) se ci fosse il Pipedom. Era ancora lì. Tirò un sospiro di sollievo.
Guardò nella camera e vide che stavano ancora tutti dormendo. Mancava solo uno dei suoi amici…
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lunedì 21 ottobre 2019
Alla Ricerca Della Magia - Una Storia Di Gardaland --- CAPITOLO 13: Rio Bravo
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CAPITOLO 13: Rio Bravo
- Ha bisogno di aiuto per qualcosa? – chiese Elizer il bibliotecario allo sconosciuto.
Nella sua biblioteca era entrata una persona incappucciata con un mantello nero. Non si riusciva a scorgere il suo volto, ma solo le mani, grandi, nodose e con lunghe unghie. Aveva un atteggiamento sicuro.
- No, grazie, sto solo facendo delle ricerche.
Elizer notò che l'uomo stava cercando su un libro informazioni sugli antichi maghi seleniti. Che stesse cercando il Pipedom anche lui?
Gli chiese: - Per curiosità, su cosa sta facendo ricerche?
Rispose l'altro: - Un oggetto antico che potrebbe trovarsi qui sulla Luna…
- Per caso parla del Pipedom?
Lo sconosciuto impiegò alcuni secondi per rispondere.
- Signor bibliotecario, penso che lei faccia troppe domande… - disse quello con un tono calmo, ma irritato.
- Certo, certo. Mi scusi, signor…?
- Sta chiedendo il mio nome?
- Sì, come cortesia. Preferisco sapere il nome del mio interlocutore. Il mio nome è Elizer.
- Il mio nome è Valerius – rispose l'altro con indifferenza .
- È stato un piacere conoscerla. La lascio alla sua ricerca, Valerius
- Gliene sarei grato.
Elizer si allontanò. Tornò al suo bancone, aprì un cassetto e ne estrasse un altro libro incantato, il secondo dei tre che possedeva. Pronunciò il nome dello sconosciuto per rinchiuderlo nel tomo.
Ma qualcosa non funzionava. Non era successo nulla. Il bibliotecario riprovò a pronunciare quel nome, più di una volta, ma non aveva successo.
Ad un certo punto si sentì soffocare. Era come se ci fosse una mano invisibile che gli stava stringendo il collo. Quella mano invisibile lo sollevò da terra e lo sbattè contro una libreria, che cadde per l'impatto. Non si sentiva più strangolare, ma per l'urto si era probabilmente rotto qualcosa.
- È un po' deluso, Elizer, non è vero?
Lo sconosciuto si avvicinò con calma al bibliotecario, che lo fissava atterrito.
- Forse un non mago come lei non dovrebbe giocare con la magia.
Fece una pausa, portò il suo volto (ancora nascosto) a pochi centimetri da quello dell'altro e poi riprese: – Prima mi ha chiesto se avessi bisogno di aiuto. Pensavo che non mi sarebbe stato utile a nulla, ma devo essermi sbagliato. Probabilmente lei sa davvero qualcosa su ciò che cerco: il Pipedom.
…
- Ma quanto manca? Non ne posso più di volare! Voglio mettere i piedi a terra, io!
Mously si stava lamentando. Il viaggio dall'Egitto alla palude del Raptor si stava rivelando piuttosto lungo.
- Questa nave non va più veloce di così. E siamo anche a corto di carburante. Ma dovremmo essere quasi arrivati – commentò Claudio.
Prezzemolo chiese: - Che carburante serve?
- Biocarburante di tipo alfa. Ma secondo quello che dice il navigatore dovrebbe esserci una stazione di rifornimento qui vicino.
Stavano sorvolando sulla cittadina di Rio Bravo. Atterrarono vicino ad un mulino ad acqua che ospitava la stazione di rifornimento.
La città era piccola, composta da una singola strada su cui si affacciavano tutti gli edifici, come il saloon e l'ufficio dello sceriffo. La gente del luogo guardava con sospetto i nuovi arrivati.
Ad un certo punto si sentì come un forte ruggito.
Gli abitanti si spaventarono e si rifugiarono tutti nel luogo chiuso che avevano più vicino, gridando qualcosa che suonava come “Il Raptor!”. Prezzemolo, Aida, Mously e Claudio li imitarono.
Seguì un altro ruggito, più vicino. E poi una gigantesca creatura alata passò in volo sulla città, sfiorando quasi gli edifici e facendo tremare tutto al suo passaggio.
Un bambino del luogo disse ad Aida: - Quello è il Raptor. Non è sicuro uscire quando vola sulla città. Mamma dice che se ti vede o ti sente poi ti mangia!
La bestia si allontanò. Tutti uscirono dai loro ripari e ripresero le loro attività.
Claudio venne fermato da una ragazza locale: - Hey, straniero con la faccia verde! Cosa ti porta in questo posto dimenticato dal mondo?
- Niente di che. Dovevamo solo fare rifornimento per la nostra nave volante.
La ragazza guardò la Time Voyager 2007 che il maghetto le stava indicando.
- Sembra piuttosto vecchia… - disse lei.
- Non è recentissima, ma speriamo ci porti alla palude del Raptor in sicurezza.
La ragazza si fece stupita ed allarmata: - Mi prendi in giro? È pericolosissimo andare là. Che io sappia solo il nostro sceriffo è riuscito a tornarne vivo.
Prezzemolo, che aveva sentito tutto, chiese alla ragazza di portarli dallo sceriffo. Probabilmente avrebbe saputo aiutarli.
La ragazza portò il gruppo all'ufficio dello Sceriffo.
Quando vi entrò, Prezzemolo esclamò sorpreso: - Per Giove! Sei proprio tu!
CAPITOLO 13: Rio Bravo
- Ha bisogno di aiuto per qualcosa? – chiese Elizer il bibliotecario allo sconosciuto.
Nella sua biblioteca era entrata una persona incappucciata con un mantello nero. Non si riusciva a scorgere il suo volto, ma solo le mani, grandi, nodose e con lunghe unghie. Aveva un atteggiamento sicuro.
- No, grazie, sto solo facendo delle ricerche.
Elizer notò che l'uomo stava cercando su un libro informazioni sugli antichi maghi seleniti. Che stesse cercando il Pipedom anche lui?
Gli chiese: - Per curiosità, su cosa sta facendo ricerche?
Rispose l'altro: - Un oggetto antico che potrebbe trovarsi qui sulla Luna…
- Per caso parla del Pipedom?
Lo sconosciuto impiegò alcuni secondi per rispondere.
- Signor bibliotecario, penso che lei faccia troppe domande… - disse quello con un tono calmo, ma irritato.
- Certo, certo. Mi scusi, signor…?
- Sta chiedendo il mio nome?
- Sì, come cortesia. Preferisco sapere il nome del mio interlocutore. Il mio nome è Elizer.
- Il mio nome è Valerius – rispose l'altro con indifferenza .
- È stato un piacere conoscerla. La lascio alla sua ricerca, Valerius
- Gliene sarei grato.
Elizer si allontanò. Tornò al suo bancone, aprì un cassetto e ne estrasse un altro libro incantato, il secondo dei tre che possedeva. Pronunciò il nome dello sconosciuto per rinchiuderlo nel tomo.
Ma qualcosa non funzionava. Non era successo nulla. Il bibliotecario riprovò a pronunciare quel nome, più di una volta, ma non aveva successo.
Ad un certo punto si sentì soffocare. Era come se ci fosse una mano invisibile che gli stava stringendo il collo. Quella mano invisibile lo sollevò da terra e lo sbattè contro una libreria, che cadde per l'impatto. Non si sentiva più strangolare, ma per l'urto si era probabilmente rotto qualcosa.
- È un po' deluso, Elizer, non è vero?
Lo sconosciuto si avvicinò con calma al bibliotecario, che lo fissava atterrito.
- Forse un non mago come lei non dovrebbe giocare con la magia.
Fece una pausa, portò il suo volto (ancora nascosto) a pochi centimetri da quello dell'altro e poi riprese: – Prima mi ha chiesto se avessi bisogno di aiuto. Pensavo che non mi sarebbe stato utile a nulla, ma devo essermi sbagliato. Probabilmente lei sa davvero qualcosa su ciò che cerco: il Pipedom.
…
- Ma quanto manca? Non ne posso più di volare! Voglio mettere i piedi a terra, io!
Mously si stava lamentando. Il viaggio dall'Egitto alla palude del Raptor si stava rivelando piuttosto lungo.
- Questa nave non va più veloce di così. E siamo anche a corto di carburante. Ma dovremmo essere quasi arrivati – commentò Claudio.
Prezzemolo chiese: - Che carburante serve?
- Biocarburante di tipo alfa. Ma secondo quello che dice il navigatore dovrebbe esserci una stazione di rifornimento qui vicino.
Stavano sorvolando sulla cittadina di Rio Bravo. Atterrarono vicino ad un mulino ad acqua che ospitava la stazione di rifornimento.
La città era piccola, composta da una singola strada su cui si affacciavano tutti gli edifici, come il saloon e l'ufficio dello sceriffo. La gente del luogo guardava con sospetto i nuovi arrivati.
Ad un certo punto si sentì come un forte ruggito.
Gli abitanti si spaventarono e si rifugiarono tutti nel luogo chiuso che avevano più vicino, gridando qualcosa che suonava come “Il Raptor!”. Prezzemolo, Aida, Mously e Claudio li imitarono.
Seguì un altro ruggito, più vicino. E poi una gigantesca creatura alata passò in volo sulla città, sfiorando quasi gli edifici e facendo tremare tutto al suo passaggio.
Un bambino del luogo disse ad Aida: - Quello è il Raptor. Non è sicuro uscire quando vola sulla città. Mamma dice che se ti vede o ti sente poi ti mangia!
La bestia si allontanò. Tutti uscirono dai loro ripari e ripresero le loro attività.
Claudio venne fermato da una ragazza locale: - Hey, straniero con la faccia verde! Cosa ti porta in questo posto dimenticato dal mondo?
- Niente di che. Dovevamo solo fare rifornimento per la nostra nave volante.
La ragazza guardò la Time Voyager 2007 che il maghetto le stava indicando.
- Sembra piuttosto vecchia… - disse lei.
- Non è recentissima, ma speriamo ci porti alla palude del Raptor in sicurezza.
La ragazza si fece stupita ed allarmata: - Mi prendi in giro? È pericolosissimo andare là. Che io sappia solo il nostro sceriffo è riuscito a tornarne vivo.
Prezzemolo, che aveva sentito tutto, chiese alla ragazza di portarli dallo sceriffo. Probabilmente avrebbe saputo aiutarli.
La ragazza portò il gruppo all'ufficio dello Sceriffo.
Quando vi entrò, Prezzemolo esclamò sorpreso: - Per Giove! Sei proprio tu!
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venerdì 11 ottobre 2019
LUDPAT E STORIA: L'INCUBO DI BIANCANEVE
Voglio raccontarvi una storia di cui si parla poco sui blog e siti italiani a tema parchi Disney.
E, visto l'argomento ed il periodo, potrei definirlo il mio “articolo di Halloween” di quest'anno.
Se sapete l'inglese a questo link trovate un bell'articolo di Theme Park Tourist, molto più approfondito.
L'INCUBO DI BIANCANEVE (SNOW WHITE’S SCARY ADVENTURES)
Qual è l'attrazione più spaventosa di un parco Disney?
La risposta più scontata potrebbe essere “La Casa dei Fantasmi” (Haunted Mansion o Phantom Manor).
Ma se vi dicessi che le prime Haunted Mansion sono state pensate per essere meno spaventose di un'altra attrazione ci credereste? E se vi dicessi che quell'attrazione porta il nome di una principessa?
UN FILM SPAVENTOSO, UN'ATTRAZIONE SPAVENTOSA
È pazzesco come una fiaba possa spaventare un bambino. Ricordo una fiaba chiamata “Zio Lupo" (dalla raccolta “Fiabe Italiane” di Italo Calvino) che mi aveva inquietato molto.
È anche pazzesco come il primo film animato della Disney avesse un'atmosfera davvero sinistra ed oscura. Oggi la definirei gotica, un tempo avrei detto semplicemente spaventosa.
Biancaneve e i Sette Nani viene proiettato la prima volta il 21 dicembre 1937, mentre arriva in Italia l'8 dicembre dell'anno successivo. Un film che ancora oggi turba i più piccoli, con scene quali la foresta mostruosa o la trasformazione della Regina in una vecchia megera. È proprio la “forma di strega" di questo personaggio uno degli elementi più spaventosi.
Quando Walt Disney volle creare Disneyland (Anaheim, California) decise che nell'area dedicata alle fiabe, Fantasyland, sarebbero state costruite tre attrazioni scenografiche (dark ride) con caratteristiche peculiari:
- Una sarebbe stata incantevole, ispirata a Peter Pan: Il Volo di Peter Pan (Peter Pan’s Flight)
- Un’altra sarebbe stata “strana" e caotica, ispirata a Il Vento tra i Salici (da Le Avventure di Ichabod e Mr. Toad): La Folle Corsa di Taddeo Rospo (Mr. Toad's Wild Ride)
- Una terza sarebbe stata spaventosa, ispirata a Biancaneve: Le Avventure di Biancaneve (Snow White and Her Adventures)
Una cosa che spiazzò i primi visitatori di Disneyland fu che, nonostante ognuna di queste attrazioni avesse nel titolo il nome del protagonista, quel personaggio non appariva mai durante l'esperienza.
Questo in realtà era voluto. I progettisti, gli Imagineer (gli “ingegneri dell'immaginazione”), avevano pensato che il visitatore avrebbe assunto i panni dei protagonisti. Non avrei visto Peter Pan perché IO sarei stato Peter Pan.
Tuttavia questo non doveva essere molto chiaro perché le lamentele del tipo “Dov'è Biancaneve?” erano tante.
Altre lamentele erano riferite al personaggio della “strega", che spaventava troppo i bambini.
WALT DISNEY WORLD: SBAGLIANDO SI IMPARA?
La risposta è “non sempre".
Visto il successo di Disneyland e la difficoltà di espanderlo, Walt Disney ed i suoi collaboratori decisero di replicare quel successo sulla costa Est degli USA, in Florida. Per evitare problemi di spazio, Walt fece acquistare tanti terreni da coprire una superficie simile a quella di San Francisco!
In questo immenso spazio sarebbe sorto non solo un paese (Land), ma un intero mondo: Disney World!
Il primo parco di Disney World sarebbe stato chiamato Magic Kingdom. Avrebbe avuto numerose analogie col fratello californiano, ma tutto sarebbe stato “di più”. Più ampio lo spazio del parco, più larghe le vie, più grande il castello…
Ma anche più spaventosa l'attrazione di Biancaneve!
Ed, ancora una volta, senza che Biancaneve comparisse mai durante il percorso.
Ora vi racconterò di questa seconda assurda, ma, in qualche modo, geniale versione.
SNOW WHITE’S ADVENTURES (L'INCUBO DI BIANCANEVE)
La traduzione del titolo è mia. Mi sembra più appropriata per le caratteristiche veramente strane, quasi da sogno, di questa esperienza.
Questa versione si poteva trovare a Walt Disney World tra il 1971 ed il 1993 (quindi Umarell Mike non avrebbe mai potuto provarla).
TIPOLOGIA: dark ride
VEICOLO: un vagone che in qualche modo dovrebbe ricordare il letto di uno dei sette nani. Ci sono due “panche" da due posti, per un totale di quattro posti divisi in due file.
ESTERNO: una semplice tenda da torneo medievale.
STAZIONE D'IMBARCO: Sulla sinistra si può vedere il cortile del castello della Regina, mentre sulla destra c'è una via d'accesso per la Miniera di Diamanti. Nel mezzo c'è una foresta e tra gli alberi si distingue la casetta dei sette nani.
L'ESPERIENZA
(Un paio di precisazioni prima di partire. L'esperienza, come ho detto prima, sarebbe da vivere immaginando di essere l'unica vera Biancaneve, ma nel racconto uso il plurale perché siamo in 4 persone per veicolo.
E, visto l'argomento ed il periodo, potrei definirlo il mio “articolo di Halloween” di quest'anno.
Se sapete l'inglese a questo link trovate un bell'articolo di Theme Park Tourist, molto più approfondito.
L'INCUBO DI BIANCANEVE (SNOW WHITE’S SCARY ADVENTURES)
Qual è l'attrazione più spaventosa di un parco Disney?
La risposta più scontata potrebbe essere “La Casa dei Fantasmi” (Haunted Mansion o Phantom Manor).
Ma se vi dicessi che le prime Haunted Mansion sono state pensate per essere meno spaventose di un'altra attrazione ci credereste? E se vi dicessi che quell'attrazione porta il nome di una principessa?
UN FILM SPAVENTOSO, UN'ATTRAZIONE SPAVENTOSA
È pazzesco come una fiaba possa spaventare un bambino. Ricordo una fiaba chiamata “Zio Lupo" (dalla raccolta “Fiabe Italiane” di Italo Calvino) che mi aveva inquietato molto.
È anche pazzesco come il primo film animato della Disney avesse un'atmosfera davvero sinistra ed oscura. Oggi la definirei gotica, un tempo avrei detto semplicemente spaventosa.
Biancaneve e i Sette Nani viene proiettato la prima volta il 21 dicembre 1937, mentre arriva in Italia l'8 dicembre dell'anno successivo. Un film che ancora oggi turba i più piccoli, con scene quali la foresta mostruosa o la trasformazione della Regina in una vecchia megera. È proprio la “forma di strega" di questo personaggio uno degli elementi più spaventosi.
Animation Screencaps |
Quando Walt Disney volle creare Disneyland (Anaheim, California) decise che nell'area dedicata alle fiabe, Fantasyland, sarebbero state costruite tre attrazioni scenografiche (dark ride) con caratteristiche peculiari:
- Una sarebbe stata incantevole, ispirata a Peter Pan: Il Volo di Peter Pan (Peter Pan’s Flight)
- Un’altra sarebbe stata “strana" e caotica, ispirata a Il Vento tra i Salici (da Le Avventure di Ichabod e Mr. Toad): La Folle Corsa di Taddeo Rospo (Mr. Toad's Wild Ride)
- Una terza sarebbe stata spaventosa, ispirata a Biancaneve: Le Avventure di Biancaneve (Snow White and Her Adventures)
Snow White and Her Adventures, da pinterest.com |
Una cosa che spiazzò i primi visitatori di Disneyland fu che, nonostante ognuna di queste attrazioni avesse nel titolo il nome del protagonista, quel personaggio non appariva mai durante l'esperienza.
Questo in realtà era voluto. I progettisti, gli Imagineer (gli “ingegneri dell'immaginazione”), avevano pensato che il visitatore avrebbe assunto i panni dei protagonisti. Non avrei visto Peter Pan perché IO sarei stato Peter Pan.
Tuttavia questo non doveva essere molto chiaro perché le lamentele del tipo “Dov'è Biancaneve?” erano tante.
Altre lamentele erano riferite al personaggio della “strega", che spaventava troppo i bambini.
WALT DISNEY WORLD: SBAGLIANDO SI IMPARA?
La risposta è “non sempre".
Visto il successo di Disneyland e la difficoltà di espanderlo, Walt Disney ed i suoi collaboratori decisero di replicare quel successo sulla costa Est degli USA, in Florida. Per evitare problemi di spazio, Walt fece acquistare tanti terreni da coprire una superficie simile a quella di San Francisco!
In questo immenso spazio sarebbe sorto non solo un paese (Land), ma un intero mondo: Disney World!
Il primo parco di Disney World sarebbe stato chiamato Magic Kingdom. Avrebbe avuto numerose analogie col fratello californiano, ma tutto sarebbe stato “di più”. Più ampio lo spazio del parco, più larghe le vie, più grande il castello…
Ma anche più spaventosa l'attrazione di Biancaneve!
Ed, ancora una volta, senza che Biancaneve comparisse mai durante il percorso.
Ora vi racconterò di questa seconda assurda, ma, in qualche modo, geniale versione.
SNOW WHITE’S ADVENTURES (L'INCUBO DI BIANCANEVE)
La traduzione del titolo è mia. Mi sembra più appropriata per le caratteristiche veramente strane, quasi da sogno, di questa esperienza.
Questa versione si poteva trovare a Walt Disney World tra il 1971 ed il 1993 (quindi Umarell Mike non avrebbe mai potuto provarla).
TIPOLOGIA: dark ride
VEICOLO: un vagone che in qualche modo dovrebbe ricordare il letto di uno dei sette nani. Ci sono due “panche" da due posti, per un totale di quattro posti divisi in due file.
ESTERNO: una semplice tenda da torneo medievale.
Da KenNetti |
STAZIONE D'IMBARCO: Sulla sinistra si può vedere il cortile del castello della Regina, mentre sulla destra c'è una via d'accesso per la Miniera di Diamanti. Nel mezzo c'è una foresta e tra gli alberi si distingue la casetta dei sette nani.
La casetta dei sette nani - Da KenNetti |
L'ESPERIENZA
Percorso approssimativo - Da KenNetti |
(Un paio di precisazioni prima di partire. L'esperienza, come ho detto prima, sarebbe da vivere immaginando di essere l'unica vera Biancaneve, ma nel racconto uso il plurale perché siamo in 4 persone per veicolo.
Una cosa da tenere in considerazione è che le pareti fra le varie scene erano sottili, quindi gli effetti sonori potevano essere sentiti a mo' di eco anche in parti diverse rispetto alla scena per cui erano pensati, contribuendo all'assurdità dell'atmosfera.
Detto ciò, partiamo per questa avventura!)
Scena 1: saliamo sul vagone e si parte. Si procede nel cortile del castello della regina. Ci sono dei piccoli alberi stilizzati ed il “pozzo dei desideri".
Si sente una voce gorgheggiare le note di “Vorrei" ("I'm wishing", che la protagonista canta proprio accanto al pozzo nel film). Ma non è la solita canzone: è rallentata e le parole sono quasi inintelligibili. In teoria sarebbe il segnale che dovrebbe farci capire che NOI siamo Biancaneve.
Questo è l'ultimo momento in cui è presente un vero e proprio sottofondo musicale.
Facciamo un giro attorno al pozzo. Poi vediamo in lontananza la casetta dei sette nani. Ci dirigiamo in quella direzione, ma per qualche motivo all'ultimo momento decidiamo di voltarci verso il castello.
Di fronte a noi c'è una torre con una finestra. Da questa finestra la Regina ci sta guardando – e non certo con uno sguardo di approvazione.
Sotto la finestra c'è un portone attraverso il quale entriamo nel castello.
S2: entriamo in una stanza poco illuminata. Davanti a noi c'è un grande specchio. Mentre vi passiamo davanti sentiamo la voce della Regina dire “Specchio, servo delle mie brame…”
Dopo una curva vediamo la Regina davanti allo Specchio Magico. Ci dà le spalle, ma appena ci avviciniamo si volta (ruotando su se stessa) e rivela di essersi trasformata in una vecchia strega. Ci urla (scherzando?) in faccia “IO sono la più bella del reame" e poi ride sguaiatamente. Sentiremo molte volte ancora questa folle risata.
S3: scappiamo nei sotterranei, dove troviamo le prigioni. Dietro alle sbarre ci sono degli scheletri che ci parlano avvertendoci dei pericoli. “Vai via! Torna indietro!”.
Spaventati da questa visione procediamo oltre.
S4: arriviamo nel laboratorio. Qui la strega, dietro ad un grosso calderone, prepara una mela avvelenata e ce la offre. Mentre cerchiamo di fuggire, uno scaffale con alambicchi ed altri oggetti quasi ci cade addosso.
S5: siamo fuori, siamo salvi? Ovviamente no.
Mentre costeggiamo il fossato che sta attorno al castello, quasi dal nulla compare di nuovo la strega, questa volta su una barca, che ci offre la mela ridendo come una pazza.
S6: fuggiamo nella foresta. Ma è una foresta stregata.
Dei tronchi-coccodrilli cercano di morderci. Alberi mostruosi ci ruggiscono contro e cercano di prenderci coi loro rami simili ad artigli. Dei pipistrelli volano sulle nostre teste. Ovunque ci sono occhi minacciosi che ci guardano.
Intanto sentiamo in lontananza le risate della strega, che probabilmente ci sta ancora inseguendo!
Ad un certo punto quella foresta da incubo finisce.
Davanti a noi c'è la casetta dei sette nani, un posto sicuro! Siamo salvi!
S7: … o forse no.
Entriamo nella casetta, ma qualcosa non va. I mobili hanno decorazioni inquietanti, con dei volti che sembrano sfigurati in una smorfia di terrore. Sembra che stiano urlando.
Andiamo avanti e ad una finestra vediamo gli amici animali. Ma sono spaventati da qualcosa che si trova poco oltre.
Vediamo i nani che, forse attirati da un rumore, sono saliti sulle scale che portano alle camera da letto. Ma ora sono come pietrificati dal terrore perché davanti a loro è apparso un’ombra, un fantasma, un demone.
Capendo che non possono esserci di aiuto ci allontaniamo quando all'improvviso ad una finestra si affaccia di nuovo la strega per offrirci una mela.
Ci ha trovati! Disperati fuggiamo fuori dalla casetta sfondando un muro.
S8: siamo di nuovo nella foresta, tenebrosa come prima. Su un albero sono appollaiati due avvoltoi. Non è un buon segno...
All'improvviso da dietro questo stesso albero salta fuori la strega ridendo dei nostri volti spaventati ed offrendoci ancora la mela.
In lontananza c'è la miniera. Forse lì potremo nasconderci…
S9: entriamo nella miniera. Purtroppo la strega ha anticipato le nostre mosse ed è già lì! E, sempre determinata ad eliminarci, ha deciso di cambiare strategia...
Perciò cerca di farci cadere addosso un’impalcatura di legno mentre ci sbeffeggia dicendo “Ti stai godendo il giretto?” (“Enjoyin' your ride?”). Non riesce a colpirci, ma tutta la miniera comincia a tremare, come se ci fosse un terremoto, destabilizzata dal crollo dell’impalcatura.
La risata della strega continua ad inseguirci, mescolandosi ad uno strano "rumore di pietre che brillano".
Un carrello da miniera (mosso dal terremoto? Spinto dalla strega?) corre lungo un binario che si incrocia con la traiettoria del nostro veicolo e quasi si schianta contro di noi.
S10: arriviamo in un'altra parte della miniera, calmiamo la nostra corsa sentendoci al sicuro. Rimaniamo sbalorditi dalla bellezza di centinaia di diamanti e pietre preziose scintillanti.
Una voce ci fa voltare con orrore “Addio, tesoro!” (“Goodbye, dearie!”).
La strega si trova su un piano sopraelevato, proprio sopra all'unica via di uscita dalla miniera. Davanti a lei c'è una gemma verde enorme, grande quasi come un uomo. E quella perfida donna la spinge contro di noi proprio mentre il nostro veicolo passa sotto di lei…
S12: entriamo nell'ultima stanza, buia, dove ci sono solo delle luci stroboscopiche, delle “stelle” dipinte sulle pareti mentre risuona una versione in loop e più acuta della risata della strega, se possibile ancora più inquietante di prima.
Cosa è successo? Siamo stati colpiti?? Siamo morti???
Non c'è neanche il tempo di chiedercelo perché siamo già tornati nella stazione d'imbarco. L'esperienza è finita.
No, non vi è sfuggito: qui il lieto fine non è previsto.
Aggiungo un video che ho trovato su YouTube. È il meglio che c'è.
INTERPRETAZIONI
Che è successo? Cosa rappresenta questa attrazione?
Secondo alcuni è semplicemente una realtà alternativa in cui la principessa muore e la Regina vince.
Secondo me (ho trovato dei critici a questa teoria) invece è la rappresentazione di un sogno, un incubo di Biancaneve.
Diverse cose che nel film vengono rappresentate come illusioni o fraintendimenti, qui diventano reali. La foresta è davvero stregata, al piano di sopra della casetta dei sette nani c'è davvero un mostro.
E poi vogliamo parlare dei mobili che enfatizzano l'atmosfera? E gli scheletri che si animano?
Tutti questi elementi mi fanno interpretare questa esperienza come un incubo che Biancaneve ha avuto dopo gli eventi del film, in cui ha assemblato parti della sua vita, ma anche i racconti dei nani (qualcuno le avrà raccontato del momento in cui la Regina ha cercato di schiacciare i nani con un masso enorme) ed i segreti della Regina che la principessa avrà scoperto successivamente (lo Specchio magico, il laboratorio, i sotterranei).
L'atmosfera è quella delirante tipica di un sogno o un incubo.
Perciò questa è la mia interpretazione.
FIABE, ATTRAZIONI E TERRORE
In un'epoca come la nostra in cui - soprattutto in certi paesi, come gli Stati Uniti - si fa più attenzione a proteggere i bambini da esperienze stressanti come potrebbe essere questa, un'epoca in cui la cosa più spaventosa che una creatura dovrebbe vedere sarebbe al massimo Peppa Pig o una nuova versione dei Teletubbies, un'attrazione come Snow White and Her Adventures non potrebbe esistere.
Pozzo dei desideri - Da KenNetti |
Si sente una voce gorgheggiare le note di “Vorrei" ("I'm wishing", che la protagonista canta proprio accanto al pozzo nel film). Ma non è la solita canzone: è rallentata e le parole sono quasi inintelligibili. In teoria sarebbe il segnale che dovrebbe farci capire che NOI siamo Biancaneve.
Questo è l'ultimo momento in cui è presente un vero e proprio sottofondo musicale.
Facciamo un giro attorno al pozzo. Poi vediamo in lontananza la casetta dei sette nani. Ci dirigiamo in quella direzione, ma per qualche motivo all'ultimo momento decidiamo di voltarci verso il castello.
Di fronte a noi c'è una torre con una finestra. Da questa finestra la Regina ci sta guardando – e non certo con uno sguardo di approvazione.
La Regina alla finestra - Da KenNetti |
Sotto la finestra c'è un portone attraverso il quale entriamo nel castello.
S2: entriamo in una stanza poco illuminata. Davanti a noi c'è un grande specchio. Mentre vi passiamo davanti sentiamo la voce della Regina dire “Specchio, servo delle mie brame…”
Dopo una curva vediamo la Regina davanti allo Specchio Magico. Ci dà le spalle, ma appena ci avviciniamo si volta (ruotando su se stessa) e rivela di essersi trasformata in una vecchia strega. Ci urla (scherzando?) in faccia “IO sono la più bella del reame" e poi ride sguaiatamente. Sentiremo molte volte ancora questa folle risata.
"IO sono la più bella del reame" - Da KenNetti |
S3: scappiamo nei sotterranei, dove troviamo le prigioni. Dietro alle sbarre ci sono degli scheletri che ci parlano avvertendoci dei pericoli. “Vai via! Torna indietro!”.
Scheletro - Da KenNetti |
Spaventati da questa visione procediamo oltre.
S4: arriviamo nel laboratorio. Qui la strega, dietro ad un grosso calderone, prepara una mela avvelenata e ce la offre. Mentre cerchiamo di fuggire, uno scaffale con alambicchi ed altri oggetti quasi ci cade addosso.
Laboratorio - Da KenNetti |
S5: siamo fuori, siamo salvi? Ovviamente no.
Mentre costeggiamo il fossato che sta attorno al castello, quasi dal nulla compare di nuovo la strega, questa volta su una barca, che ci offre la mela ridendo come una pazza.
In una mano un remo, nell'altra una mela - Da KenNetti |
S6: fuggiamo nella foresta. Ma è una foresta stregata.
Tronchi-coccodrilli - Da KenNetti |
Alberi mostruosi - Da KenNetti |
Ad un certo punto quella foresta da incubo finisce.
Davanti a noi c'è la casetta dei sette nani, un posto sicuro! Siamo salvi!
La casetta dei sette nani - Da KenNetti |
S7: … o forse no.
Entriamo nella casetta, ma qualcosa non va. I mobili hanno decorazioni inquietanti, con dei volti che sembrano sfigurati in una smorfia di terrore. Sembra che stiano urlando.
Andiamo avanti e ad una finestra vediamo gli amici animali. Ma sono spaventati da qualcosa che si trova poco oltre.
Vediamo i nani che, forse attirati da un rumore, sono saliti sulle scale che portano alle camera da letto. Ma ora sono come pietrificati dal terrore perché davanti a loro è apparso un’ombra, un fantasma, un demone.
C'è un demone alla fine delle scale - Da KenNetti |
Ci ha trovati! Disperati fuggiamo fuori dalla casetta sfondando un muro.
S8: siamo di nuovo nella foresta, tenebrosa come prima. Su un albero sono appollaiati due avvoltoi. Non è un buon segno...
All'improvviso da dietro questo stesso albero salta fuori la strega ridendo dei nostri volti spaventati ed offrendoci ancora la mela.
È l'ultima volta che ci offre la mela - Da KenNetti |
S9: entriamo nella miniera. Purtroppo la strega ha anticipato le nostre mosse ed è già lì! E, sempre determinata ad eliminarci, ha deciso di cambiare strategia...
La strega spinge un'impalcatura - Da KenNetti |
La risata della strega continua ad inseguirci, mescolandosi ad uno strano "rumore di pietre che brillano".
Un carrello da miniera (mosso dal terremoto? Spinto dalla strega?) corre lungo un binario che si incrocia con la traiettoria del nostro veicolo e quasi si schianta contro di noi.
S10: arriviamo in un'altra parte della miniera, calmiamo la nostra corsa sentendoci al sicuro. Rimaniamo sbalorditi dalla bellezza di centinaia di diamanti e pietre preziose scintillanti.
Una voce ci fa voltare con orrore “Addio, tesoro!” (“Goodbye, dearie!”).
"Addio, tesoro!" - Da KenNetti |
S12: entriamo nell'ultima stanza, buia, dove ci sono solo delle luci stroboscopiche, delle “stelle” dipinte sulle pareti mentre risuona una versione in loop e più acuta della risata della strega, se possibile ancora più inquietante di prima.
Cosa è successo? Siamo stati colpiti?? Siamo morti???
Non c'è neanche il tempo di chiedercelo perché siamo già tornati nella stazione d'imbarco. L'esperienza è finita.
No, non vi è sfuggito: qui il lieto fine non è previsto.
Aggiungo un video che ho trovato su YouTube. È il meglio che c'è.
INTERPRETAZIONI
Che è successo? Cosa rappresenta questa attrazione?
Secondo alcuni è semplicemente una realtà alternativa in cui la principessa muore e la Regina vince.
Secondo me (ho trovato dei critici a questa teoria) invece è la rappresentazione di un sogno, un incubo di Biancaneve.
Diverse cose che nel film vengono rappresentate come illusioni o fraintendimenti, qui diventano reali. La foresta è davvero stregata, al piano di sopra della casetta dei sette nani c'è davvero un mostro.
E poi vogliamo parlare dei mobili che enfatizzano l'atmosfera? E gli scheletri che si animano?
Tutti questi elementi mi fanno interpretare questa esperienza come un incubo che Biancaneve ha avuto dopo gli eventi del film, in cui ha assemblato parti della sua vita, ma anche i racconti dei nani (qualcuno le avrà raccontato del momento in cui la Regina ha cercato di schiacciare i nani con un masso enorme) ed i segreti della Regina che la principessa avrà scoperto successivamente (lo Specchio magico, il laboratorio, i sotterranei).
L'atmosfera è quella delirante tipica di un sogno o un incubo.
Perciò questa è la mia interpretazione.
FIABE, ATTRAZIONI E TERRORE
In un'epoca come la nostra in cui - soprattutto in certi paesi, come gli Stati Uniti - si fa più attenzione a proteggere i bambini da esperienze stressanti come potrebbe essere questa, un'epoca in cui la cosa più spaventosa che una creatura dovrebbe vedere sarebbe al massimo Peppa Pig o una nuova versione dei Teletubbies, un'attrazione come Snow White and Her Adventures non potrebbe esistere.
Ed infatti, l'esperienza ha subito in seguito alcune modifiche (nel 1994) che la rendessero più simile al film, con un lieto fine ed una riduzione degli elementi spaventosi.
Infine la versione di Walt Disney World ha chiuso nel 2012 (per evitare la ridondanza del tema con Il Treno della Miniera dei Sette Nani, "Seven Dwarfs Mine Train").
Nessuna delle attrazioni dedicate a Biancaneve costruite successivamente sarebbe stata ugualmente terrorizzante. Inoltre negli anni sarebbe stato finalmente aggiunto il personaggio di Biancaneve in alcune scene e sarebbero diminuite le apparizioni della strega (se le avete contate, appare ben sette volte!).
Nonostante ciò ancora oggi qualcuno ha paura del (cito testualmente da un commento trovato su Facebook) “coso di Biancaneve” di Disneyland Paris, una versione pianificata fin dall'inizio per avere un lieto fine.
Se spaventa ora questa versione "edulcorata" potete solo immaginare come dovesse essere l'incubo di cui vi ho parlato.
- Umarell Mike
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Nessuna delle attrazioni dedicate a Biancaneve costruite successivamente sarebbe stata ugualmente terrorizzante. Inoltre negli anni sarebbe stato finalmente aggiunto il personaggio di Biancaneve in alcune scene e sarebbero diminuite le apparizioni della strega (se le avete contate, appare ben sette volte!).
Nonostante ciò ancora oggi qualcuno ha paura del (cito testualmente da un commento trovato su Facebook) “coso di Biancaneve” di Disneyland Paris, una versione pianificata fin dall'inizio per avere un lieto fine.
Se spaventa ora questa versione "edulcorata" potete solo immaginare come dovesse essere l'incubo di cui vi ho parlato.
- Umarell Mike
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